Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/236

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ai8 se soltanto co^ nuovi tari d’Àmalfì e non con ogni specie di tari^ giacché nel i355 ottenevano pieno corso per tutto il Regno quelli di oro, che secondo il codice della Magliabecchiana, scritto circa la metà del secolo xiii. si ha, che V oncia delt oro del tari contenet^a carati XIV. — Finalmente dopo una catena quasi non mai interrotta di diplomi del x, xi e xii. secolo, che attestano resistenza di tali monete, è cosa che fa meraviglia come finoggi non siasene rinvenuta alcuna non ostante le moltiplici usate ricerche da me intentate. Riuscì però al nostro pati*izio amalfitano D. Giovanbattista Manso marchese di Villa insigne letterato, il possedere un tari delia zecca amalfitana, che poi lasciò in testamento, affermando che nel campo eravi V epigrafe seguente; UJtNSO DUX ET PATBICWS. Il nostro Pausa parla anche dello scudo d’oro, e dice che in esso da una parte vedevasi un leone coll’iscrizione Gloria Romanorum, e nell’esergo un rinoceronte con leggenda =^/ac^ Reipublicae. Non trovandone traccia in carte autentiche, lascio al lettore dai*ne giudizio.