Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/246

Da Wikisource.

9d6 ma se vemnente ciò fosse stato , Tavrebbe egli manifestata nelle istorie de* suoi viaggi , che furono subito divulgate in Europa, come afferma il P. Terrarossa, o almeno posta in uso da Veneziani e da Genovesi , come quei che sono stati tanto perspicaci e avveduti nella naviga- zione. I Greci nemmeno conobbero il fenomeno e Fuso del- Tago magnetico, poiché come riferimmo regolavansi nelle navigazioni coir Orsa-maggiore j Tucidide rappresenta i loro primi abitatori come selvaggi e corsari ^ e soltanto poi sotto al governo di Minos incominciarono a divenir più socievoli e intraprendenti nella navigazione* Oltre a ciò i di loro viaggi per mare innanzi di Alessandro il Grande furono sempre costeggiando la terra. Se i Greci avessero avuto una tale cognizione , certamente sarebbe da questi passata ai Romani , che da loro appresero le leggij le scienze e le arti ; anche perchè le prime con- quiste che fecero furon quelle delle città poste a* lidi del nostro Regno, quasi tutte fondate da Colonie greche, fra quali la città di Napoli. Ma i Romani al par de* Greci ne ignorarono V uso ed il fenomeno. AH* incontro i Romani furono talmente ne* primi tempi ignari della navigazione , che sul princìpio della prima Guerra Pu- nica non avevano ne arsenali , né attrezzi , né rema- tori , né piloti, né ammiragli. Se per caso una galea Cartaginese non naufragava sulle coste del Lazio , essi non avrebbero saputo come costruire un naviglio. Sul mo- dello di questa galea , si misero ad equipaggiare una flot- ta , e i popoli marittimi d* Italia ed i Siracusani furono i loro maestri ^ tanto era 1* imperizia de* Romani nella nautica , che le tempeste e gli scogli distrussero ben pre- sto « una dopo 1* altra tutte le loro flotte ; e la strage prodotta pei naufragj fu si grande che da un censo al- r altro si trovò una diminuzione a Roma di quasi no-