Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/257

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a37 agguagliare. la fama e le virtù di quelli, a nulla servono e la borea de’ titoli e le arrotolate pergamene (i); ricordevole di quel d’Orazio: E la razza, e i bisavi, e ciò, che noi Nonfemmo, cose nostre io già non chiamo. Les mortels sont égaux: ce nVst point la naissance Mais la seule vertu qui fait la différence. ( Voltaire ) Oh quanto sono sciocchi e ridicoli coloro ch’ereditando un vano nome di casato il reputano sufficiente a poter esigere l’altrui stima e rispetto, nulla curando la bassezza di lor condotta, e la viltà delle loro passioni Essi addimandano dalle radici il frutto che si dovrebbe cercare ne’ rami! A buon conto la vera nobiltà ( qual figlia della virtù ) per divenir durevole ed aver dritto all’altrui rispetto, non deve fondarsi sullo sprezzo, sulla superbia ed infingardaggine ma con le opposte virtù eccitare all’acquisto del vero onore, come debito naturale ch’obbliga a calcare il ’sentiero della gloria degli antenati, altrimenti «Avita nobiltà, che più commista a Col nome, che col merlo in figlio erede «Se tanto ella non ha quanto ella diede, (c Onora chi la die, non chi T acquista (2). (1) — " An deceat pulmonem rompere Tentis Stemmate quod Thysco ramum millesime ducis«Gensoremne tuum yel qnod trabeate salutas ì Ad populum phaleras: ego te intus, et in cute novi. (PbRSIUS SATflU 3.) (2) GioT, Yiac. Imperiali nel Casilino part. 6^ st. 91.