Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/361

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537 n marmo solitario Par che deplori ì danni Che sol da lui rimasero Con pietk ingiusta gli anni. I I y Il dominio che la repubblica d^ Amalfi spiegava sf di tanti nobili patrizj di Bavello diveniva per costoro afiatto oneroso ed insopportabile ^ laonde ben presto concertarono essi un mezzo da rompere cotal freno di soggezio* ne rendendosi in assoluta indipendenza. In conseguen-^ za appartaronsi da^ plebei e si fortificarono nel cen* tro dell’abitato nel luogo denominato Toro (i). Ed essendosi nel io8i il normanno Guiscardo mosso alla spedizione di oriente contro V. imperatore Alessio Comneno, gli Amalfitani sottraendosi dal di lui dominio si crearono un proprio doge (2) ^ ma i nobili Ravellesi trincierati nel Toro vollero restar fedeli a’Nor• manni dandosi al duca Ruggieri. Per tale fatto gli Ao^alfitani appellarono dappoi quel luogo Rebello. Il duca^ Ruggieri in premio della fedeltà trovata ne* Rebellesi e per far onta agli Amalfitani, cooperossi presso il.papa Vittore ni, che rattrovavasi in Capua dMnnalzare quella città a vescovado, esentandola dal metropolitano di Amalfi 9 e. soggettandola immediatamente al papa. • Di fatti nel 1086 Orso Papicio monaco benedettino fu salutato per primo vescovo, ed ottenne molte rendite i,n Giovenazzo, Bitonto, Barletta ec. (3)., (1) Hect. Capiciilatro loc. citat. (a) Vedi parte I. Gap. YIII. di quest’opera pag. tSQsegn. (3) TJgbelU Hai. Sacra lo. 7, in Episc. Ravellens. 22