Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/360

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336 osservazione, e richiama tutta lattenzione, si per le sn«perbe costruzioni de^ suoi antichi palagi, chiese, spedale ec. che per essere stata il ricetto di una quantità di nobili di primo ordine e patria di molti hegV ingegni. Laonde con ragione favellando.di questa citta il Nicolosi diceva (i) «Quis crederei in rupibus, equo inaccessis, sese ùrbem erigere illustribus Jamiliis plenum et aedificiis admirabilem»? Ed invero sembra incredibile come la mano dell’uomo abbia potuto in luoghi cotanto alpestri e privi afTatto di sentieri rotabili trasportare tanti e si grandi masse di marmi, da far dire al Gizzio (a): Quae inijuarh civ^itas Rateili, licet in "mónte amaenissimo, excelsò tamen j et (juasi inaccessìbììi, supra mare aedificata sit muris, et turribus undique munita. intra (juos nobilissimas et sumptuosissimas’aedes cum ornamùntis et columnis ec.. • Di qual magnificenza e ricchezza fosse quiesta nòbilissima città possiamo argomentarlo dalla vista di én{>erbe torri crollanti, di sontuosi palagi quasi: totalmente distrutti, di mura rovesciate, di ste*rminate coloilne rdt’te ed infrante, non che di mutilate egregie- t>|>ere’ di scultura, che frammezzate fra rustici ’ abituri ’ afiinnli• • • ■. ziano e riflettono come in cristallo i Secoli che fiitomo e Fattuale. Una notte profonda ha tutto avvoltò Piàtitico suo splendore, e la di lei gloria giace sommersa tiel’piÀ doloroso obblio! In somtna tutto avvisa di quel sita venerando lo squallore, il sentimento e* là* merairigltii "; ’ •" > i..». 1 (i) Io: Bapt Nicoiosi. Hercales Sicalos p. 104. (2) V. Hect. Capiciilatro ad Gizsiam adnotation* p. 3aG.