Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/438

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410 sta motta dall* empio Leone Isaurlco, una nave trasportando dair oriente una inunagine della B. Vergine, ad un tratto arrestando il corso a vista di quella spiagge, s^ intese una voce imponente Posa j Posa, la quale trasse il nocchiere ad approdare e lasciare in quel lido il miracoloso palladio, e la terra di poi per memoria prese il nome di Positano. Questo paese fabbricato nella maggior parte sul declivio di una collina, presenta dal mare in distanza vaga prospettiva; ma Y illusione svanisce appena che uno vi si appressa. Un ammasso di case accavallate Tuna sull’altra ( in buon numero disabitate ) 9 ed una corrispondente marina con poche barche peschereocte, sono tatto ciò che ora rimane di questo paese antico’ e florido. I suoi privilegi, la sua marina mercantile che un tempo disputava una certa primazia alle altre d^ nostro regno pel coounercio d’occidente, mano mano rimase spenta e decaduta ^ e Positano in questo stato di lai^nore è come un corpo privato del soffio che lo vivifica. Sotto alla dinastia Angioina troviamo notati Matteo Massa, Martino e Pietro Mirella, Pietro Gelentano, Tommaso e Mattea Bùouocore di Positano oome possessori di molte gake pr<^prie, che iu ogni occorrenza equipaggiavano e somministravano in sussidio allo stato (i). (1) Xra assai impoqente il nmnera étf inemiganti di tali galee;staiitecc}i^ij| una CiarU dell’archivio 4el Regno, di cui presso di me «i conscnra T estratto o l’epilogo di quello per ciò che riguarda le nostre patrie memorie sotto al reame degli Angioini ^ si legge a MoiUo Buonocore de Positano Ueentia armandi galeonem unum remorum 100 €ui incursum conira hostes, in anno I2gf,