Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/61

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ridurre a più leggiadra ed ampia forma la cappella del saccorpo, che la dichiararono’ regia, decorandola di una superba statua colossale di bronzo ] opera dello scultore Michelangelo Naccarino di Firenze (*). Questa statua per Y imponente ed espressivo atteggiamento della testa, per la maestosa leggiadria della lunga barba, robustezza della muscolatura, e pel facile e grandioso panneggiamento, riunisce al gigantesco tutti i rapporti convenienti ’, tal che questo simulacro prende posto fra le più belle sculture de’ bassi tempi. Filippo IV. volle anche assegnare a questa cappella 5oo. scudi di rendita annuale esigibili sulla mensa arcivescovile di Salerno, cioè 3oo. scudi da darsi al Capitolo d^ Amalfi con obbligo di ufficiare in essa cappella giornalmente una messa per le anime de’suoi antenati, e 200. da applicarsi agli usi e mantenimenti della medesima. Il Viceré D. Ferdinando Ruiz de Castro, conte di Lemos, e 1 suo successore D. Giov: Alfonso Pimentel de Herrera conte di Benavente, eseguirono quanto dai predetti Augusti Sovrani era stato premeditato per la cappella sudetta, onde eternare cosi la loro memoria ^ e D. Pietro Fernandez de Castro la perfezionò come dall’iscrizione s^uente. (•) Come notasi dall’Epigrafe ^Michaelangelus Naclteriims Fioren» tìnus, Visse nel XVI secolo. Fra le altre sue pregevoli opere vedesi in Napoli il Cristo in marmo testé trasportato d«il Conservatorio dello Spirito S. nel Rea! Museo Borbonico. 4