Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/90

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73 imperiale fu accusato appo Y imperador greco d’essere slato ài" intelIigeDza co’ Saraceni e d’aver lasciati i luck ghi senza difesa. Dippiù snrse voce che il Duca Antitno avrebbe pagato k pena dovuta alla sua infi^gardeggìiié per r espressa venula dell’esercito imperiale in’Nàpoli, che dovea distruggere la sua casa con le sue possessioiii. Il Diica al sentóre di tai minacce atteiTito pensò di fi^ gire in Roma; ma fallitogli il disegno cessò di vivere poco tempo dopo, succedendc^li Teottisto (i).— - A questa semplice narrazione del Cronista vi aggiunsero gli scrittori de’ secoli posteriori, che i Saraceni penetràro^ no sin dentro le mura di Napoli e precisamente sino a quel luogo detto poi S. Angelo ad signum ] dove miraco* 1 osamente respinti, provarono nel combattere Io sd^no di s. Michele Arcangelo, e s. Agnello. Questo grande av-^ venimento viene cosi rapportato dal Capaccio (2), e da altri scrittori e si è creduto giusto farne parola: certo si è ^ che i Saraceni dopo, aver fatta una scorreria pe’ nostri lidi ben presto sgombrarono, dopo conchiusa una tregua per dieci anni coli’ Imperiale patrizio Gregorio. Or dunque come mai puossi spiegare la dipendenza degli Amalfitani verso il ducato napoletano, se in tal rin-> contro li vediamo palesamente disgiunti? Tal aria d’indipendenza mena a credere che gli Amalfitani o avessero posposto lo sdegno del duca di Napoli a quello dell’augusto, ovvero che la loro potenza essendosi di molto ingrandita nulla o poco ne curava il dcFminio: difatti ben conoscesi per le istorie che nel prin(1) Cronici Ncapolitan. apud Pcrcgrin. to. 3. lococitat. [’■i) Cacs. Cai-acci bist. Ncapol. lo. 1. cap. la. p. i3’i.