Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/95

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77 la loro dimora attese a Jegàr parentadi infra Amalfitani e Salernitani. Così viduata la Città dal longobardo Prin^pe noLercé le sue sopraffine maniere, destramente s^ accinse alla conquista di Amalfi, come quella che in se vaocliiudeYa ampie ricchezze e tesori ^ e se fin allora non tì si era determinato, fu perchè T impresa era ti’oppo ardua e malagevole (1)9 e quindi bisognava ricorrere ai rigiri ed a^ tradimenti. Intanto i Saraceni che dalla Sicilia èrano sbarcati a Brindisi scorrevano e devastavano crudelmente quelle contrade. Sicardo che per reprimerne V irruzione era andato lor incontro con disfavorevole evento, meglio rinfor«indo la sua armata, di nuovo andò ad assalirli. I Saraceni scernendosi di minori forze abbandonarono il luogo dopo avervi dato il sacco ed il fuoco colla cattura di molti schiavi. Sicardo al ritorno medita la conquista d^ Amalfi, e con poderosa oste si porta ad assalirla. Il I. marzo 838 (a), i soldati Longobardi col favore della notte, per sentieri impraticabili penetrarono nel - paese senza preservare dal sacco i luoghi pubblici sacri e profanìv Ogni nascondiglio fu frugato per lusinga di rinvenir danaro ^’ tanto che giunti nella chiesa cattedrale ) e vedendo un tumulo di fresco costrutto ove rac-chiudevansi le ossa del vescovo Pietro da poco tempo tra(1) Cam praedictus princeps Sicardus evìdenter intellexìsset quod gens Amalphitanoram crescerei prudentia, et vìrtute ut Longobardorma, et Keapolitaoorum genus prò mòdico reputareot, seduiiit majorem partem Amalphitanor. muneribus] et promissioDibus, inducens eos ad destructionem propriae patriae et clvitatis. Chron^. Amalphitanum. Gap. 3. Brenckman de republ. Amalph. dissert. cap. VI. (») Il Cronicon Cavensc lo riporta nell’an. 837. «Malfìa capta est CQtn dolo a railitibus Sicardi Principi» in ipsis KaJ. Maitii.»