Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/96

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78 passato; credendo ascondervisi delForo, lo ruppero > ma non rivenendovi che il caàayere jamjbeiidum^ compage corporis et pene membris omnibus solutum (i) ^ diedero indietro lasciandolo in balia de^cani. Ciò posto Sicardo dopo aver es^uito il suo barbaro disegno, diede alla Città r ultimo crollo, con asportare altra moltitudine di abitanti parte in Salerno e parte in Benevento. — > Il corpo di s. Trofimena che come annunziammo, eca stailo celato a^ suoi sguardi, cadde nello spoglio disfasiatamente in suo potere, che prima in Salerno e poi in Benevento fece trasportare (a). Amalfi, benché spopolata e saccheggiata rimase però nella sua libertà né conoscer il motivo per cui Sicardo non se ne fusse reso padrone 9 contentandosi soltanto di ritenere in Salerno la maggior parte di que^ cittadini. Dall’apparenza di questo fatto sembra che la spedizione di Sicardo fusse stata piuttosto un esperimento di bravura odi profitto sugli Amalfitani, anzi che nnMdea di farsi signore di questa città. È anche facile a. sapporre che ^li non siasi potuto intieramente impadronire d’Amalfi, e che i Napoletani ed i Sorrentini, partecipassero della sorte degli Amalfitani loro confederati. I Napoletani più degli altri dovettero sentire dolorosamente la perfidia di questo principe, che mesi prima avea con essi giurato il trattato di pace, nel quale gli Amalfitani venivano espressamente inclusi: onde senza fallo, questo fu il motivo, per" cui s’accese di bel nuovo la guerra fra le due nazioni. Tali furono i funesti risultamenti prodotti dalle di(i) Auonym. Salcrn. cap. 65. (2) Anonym. Salcrn. cap. 56.