Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/154

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Libro Secondo. 115

giovevoli; quanto in seccare alcune paludi, che di fuori le spalleggiavan i muri: specialmente dalla parte Orientale, ove la Penna le sue acque infami al Mare sgorga. Per lo che hoggi, con titolo giusto, ponno di quella i Cittadini gloriarsi di goder non meno che l’abbondanza de’ campi, e la dolcezza de’ frutti, dell’acqua, e dell’aria la salubrità perfetta. Perseverò Sinigaglia sotto l’ubbidienza di casa Rovere, dall’Anno 1474. sino al 1631. nel cui tempo si duole per la morte del sudetto Francesco Maria ultimo Duca d’Urbino all’Apostolica Sede, sotto il Pontificato di URBANO VIII. la qual con somma pietà, e giustitia, vien hoggi da gli suoi Ministri governata. Quindi piena di Mercanti si vede, che per l’Adriatico tutto hanno di varie merci importantissimi traffichi, al cui Porto (che per la sua sicurezza, e capacità, nell’istesso Adriatico è di grandissimo nome) del continuo infiniti legni concorronvi; ne’ quali molto copiosamente si caricano grani, Biade, Frutti, Vini, Oglio, Seta, Lini, e simili cose, che da quel terreno produconsi; i quali ad altre parti, non con minor utile si mandano de’ compratori forastieri, à cui le sudette merci tragittansi; che de’ Sinigagliesi, ed ogni altro popolo di quella Vicinanza: Onde riparando quelli à proprij bisogni con gli avanzi altrui, rendono abbondanti questi nella rimessa del prezzo. Benche questa Cittade, à pena connumerata venga trà le mediocri d’Italia, in quanto al recinto delle sue mura, & al numero de gli habitanti: nondimeno, al pari delle maggiori camina in credito; non tanto per ritrovarsi ella di negotianti, di Cittadini nobili, & di molti Monasteri di Religiosi ripiena: quanto per la grandezza del suo Vescovato, il quale in ricchezza, & in Giurisdittione, à i primi della medesima Italia inferiore non resta; del quale i Vescovi (per lo possesso che tgono del Tporale Dominio sopra i vassalli,) s’intitolan Conti: & per l’entrate grosse, che dalle Contee riscuotono con incredibile pompa la dignità Episcopale sostentano, dentro la Città non meno, che nella Diocese, la qual fecondissima essendo (peròche in essa non si ritrova pure un passo di terreno, che al suo tempo non renda in abbondanza il frutto) si vede piena di ricchi Villaggi, di populate Castella, e di cinque nobilissime Terre, che di grandezza avanzando Sinigaglia, e di numero de nobili Cittadini alla medesima uguagliandosi, ponno, com’essa, dalla Sede Apostolica essere dichiarate Cittadi. Quindi, à ciò havendo la mira i Sommi Pontefici, non conferiscono questa Dignitade à persone ordinarie, mà ben sì à i primi soggetti della Romana Corte: Anche à Cardinali, quali più de gli altri sono tenuti in conto; sicome due al tempo mio, ciò è Girolamo Rusticucci, e Frate Antonio Barberino german fratello di URBANO VIII. Sõmo Põtefice

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