Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/226

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Libro Terzo. 3

desime parole ne ragiona: Constat autem post Suasam aversam, quasdam hominum reliquias, (ut frequentius accidit in urbium excidijs) fugam cæpisse; non enim poterant in dumetis latere diutius, & sylvis, quibus ager Corinaltensium abundabat; sed cursu, & fuga concitati, ab effectu nomen imponentes, Corinaltum, quasi curre in altum dixere. Nè chi legge si creda che questi famosi Scrittori ciò volontariamente asserissero, havendo eglino à favor loro tanti testimonij, quante sono l’antiche memorie, che di Suasa in Corinalto, e suo Territorio, in varij tempi trovate ne furono, come le medaglie, le Imagini de gli Idoli Suasani, le Tavole, et le Colonne di marmo, con le Iscrittioni. Che se bene alcune se ne vedano in parte rotte, ed altre all’ingiuria del tempo cancellate, che difficilmente additano del contenuto il senso (come il citato Rodulfi ne fa mentione in queste seguenti parole: Multis ab hinc Annis (nescio quo eventu) effossæ sunt, & repertæ in agro Corinaltensium Columnæ, & Tabulæ marmoreæ, quæ antiquitatem maximam redolent, in quarum una, Cæsaris nomen exprimitur, in altera literæ temporis iniuria consumptæ.) Tutta volta però altre, meno dal detto tempo ingiuriate, con facilità si leggono, e specialmente le due, che nel muro del Palazzo publico stanno commesse, come si è detto di sopra, quando di Suasa favellavamo. Da gli Elogij, che in queste si mirano impressi, chiaramente raccogliesi, che esse dalle ceneri dell’arsa Città estratte furono da i Cittadini, che dal conflitto scamparono, & in Corinalto portate non tanto per ornamento di quelle mura, quanto per conservare nella nuova Patria le memorie dell’antica, e li segnalati fatti degli Antenati loro.

Mà più assai, che non fanno questi vecchi Marmi, assicurano quanto quì si scrive dell’origine di Corinalto non essere inventione Poetica le tre Gotiche Iscrittioni, che in tre pietre distinte, à caratteri maiuscoli stavano scolpite; le quali sino al principio di questo secolo alla Piramidi della Cappella Gotica dell’Altar Maggiore di Santa Maria del Mercato facevano base, in cui espressamente leggevasi:

Scriba Prencipe Goto di Corinalto in quei giorni Signore, dalle rovine del Tempio della Dea Bona.

Per eccitare la divotione de’ Corinaltesi, & de’ Popoli del Territorio di Suasa, che in Corinalto hebbero l’origine, e Leggi: à gli ossequij di Maria Vergine Madre di Dio, Dea nel Cielo (veramente buona) da fondamenti haver eretto quel mirabil Tempio; e l’Anno della nostra Sa-

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