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176 | Di Corinalto ne i Senoni. |
della Sacra Theologia nell'Università di Macerata: in cui con progressi non ordinari quattordici Anni continui il suo talento spese, seguito da un numero incredibile di scolari. Et essendo eletto Provinciale della Marca, con applauso commune de gli elettori, resse quella Provincia con benignità, e con giustitia. Morì in Macerata il 12. di Novembre, l'Anno 1622. essendo ivi da tutti pianta la sua morte, & in particolare da gli Studianti, à cui pareva, che di quello Studio la corona fosse nell'occaso di lui caduta.
rà Bartolomeo Cimarelli Minore Conventuale Osservante, stato è dè più chiari Theologi, e profondi Filosofi di questa nostra età. Hà scritto vagamente sopra varie Scienze, come io ne posso fare indubitata fede, havendo gli suoi scritti veduti, e con attentione benissimo di essi la dottrina compresa, i quali non ancora dati alle Stampe, furono alla sua morte de gli suoi Padri à questo effetto pigliati. Scrisse anco la quarta Parte delle Croniche di S. Francesco, divisa in cinque Volumi, de' quali trè solamente veggonsi alla luce, sendo gli altri due rimasti alla sua morte in mano dello Stampator in Venetia, il qual'essendo anco similmente il seguente Anno mancato, non hebbe di restituirli potere: one di stimano smarriti. Lesse in mole Cathedre della sua Religione con gran profitto, & utilità de gli Scolari, per la profondità, e chiarezza della sua dottrina. Fù da' suoi Superiori mandato, con carihi degni della sua persona nella Spagna, ove dimorò cinque Anni in stima tale presso à quella Corte, che da tutti per gli suoi pronti, e virtuosi discorsi ammirato veniva, e per divino huomo tenuto. Per questo più volte introdotto fù all'udienza di quella Maestà Cattolica, riportandone pretiosi doni, e segnalate gratie; e quando da suoi emoli stato impedito non fosse (troppo vivace tassandolo, e nelle sue risolutioni violento) senza fallo sarebbe stato co'l mezo della detta Maestà, al Generalato della sua Religione promosso. Tornato in Italia, essendo Guardiano del Convento di Fano, fatta una gran raccolta di Libri, à spese del suo patrimonio, una ricca, e sontuosa Libraria v'eresse, si come una Speciaria v'aprì à beneficio publico. Fù gratissimo à Francesco Maria Se.o Duca d'Urbino, che conoscendo gli suoi gran meriti, honoravalo sopra modo, e famigliarissime lettere piene d'affetto gli scriveva, le quali sino à questo giorno in mano de gli suoi stretti parenti si servano. Ritrovandosi Commissario Apostolico della Provincia dell'Umbria, nel Convento di S.Maria de gli Angeli d'Assisi, ricevè in hospitio Vincenzo Secondo Duca di Mantova, il quale per le cortesi maniere del suo trattare, e per la dolcezza de gli suoi ragionamenti affattionosseli tanto che lo volle seco in Mantova con amoroso
sforzo