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ogni verisimiglianza, che faceano patti col diavolo, e obbligavano i novizj a rin negare la fede di Cristo, e darsi a' più abominevoli eccessi di empietà e di li bertinaggio. In una data notte si arres tarono quanti ve ne erano in Parigi, e nelle altre città, e nominaronsi i più fe roci giudìci per formare il processo. A prima vista alcuni a forza de' più barbari tormenti confessarono, ma di cinquanta nove che furono bruciati vivi nella piaz za di Greve, non ve ne ebbe alcuno, che non sostenesse nelle fiamme l'inno cenza del suo istituto. Il gran Maestro Jacobo di Molay domandò un Consiglio, dicendo che non sapea ne leggere ne scri vere, e non avea un soldo dà pagare gli avvocati, perchè si era cominciato dal confiscare tutte le sue sostanze. Si ebbe l' inumanità di negarglielo, sotto pretesto, che in materia di eresìa gli accusati non meritavano trovar difensori. Finalmente i Templari restarono soppressi , senza essere stati sentiti contro il parere del maggior numero dei prelati, e dottori. Il gran Maestro, il gran Priore di Nor mandia fratello del Delfino di Vienna vennero strascinati sul rogo, e dati in preda alle fiamme per avere ritrattate le confessioni, che sostenevano mendaci ed estorte, sebbene fossero dichiarati inno centi dal Concilio di Salamanca. Con temporaneamente le tre nuore di Filip po, vale a dire le spose di tre suoi figli, furono pubblicamente accusate, con un infinito scandolo, di adulterio. Una ven ne strozzata in prigione; un altra sfug
