Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/306

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284 illustri italiani

catine e ai caporali le circostanze miracolaje del suo nascimento e i pronostici della sua fanciullezza: diciam solo che visse i primi anni modestissimamente a Marsiglia, dove sua madre, rimasta vedova, attendeva ella stessa colle belle sue figliuole ai servigi della casa, mentre i maschi erano mantenuti sulle scuole dallo zio arcidiacono Luciano, finchè lo scoppio della rivoluzione li spinse in quei vortici, che innalzano chi non affogano.


II


La necessità di avere istituzioni rappresentative e la difficoltà di fondarne, sono i due poli fra cui oscillano da novant’anni i Francesi, ora smaniati di sbrigliarsi a libertà, ora ricoverantisi nel despotismo per sottrarsi ai proprj eccessi. Quanto non s’è scritto sulla rivoluzione di Francia, su quel gran fatto, che gli uomini stessi che v’ebbero parte non hanno nè preveduto nè compreso! fatto studiato in mille libri, opuscoli, giornali, e a cui o si riferiscono o alludono anche quando non ne parlano direttamente: fatto, ove l’osservatore troverà sempre, se non verità nuove, nuove applicazioni; fatto sul quale non corrono uniformi i giudizj se non nel dichiarare che nella vita delle nazioni nessun altro gli si può paragonare; a segno che taluno non vede nel passato che le cause di esso, nel presente che i suoi effetti, nell’avvenire che il suo compimento. Ma esaminando coloro che, in quel tempo, cercavano con irrefrenabile slancio la libertà dentro, la gloria fuori, ci accertiamo che nè all’una nè all’altra si arriva veramente e stabilmente se non per le vie della giustizia.

La Chiesa tenea tanto luogo nelle antiche costituzioni, che non poteva essere scossa senza che tutto lo Stato ne risentisse. Ciò apparve sopratutto all’irrompere del protestantesimo, che in fondo distruggeva l’autorità, mentre pretendea solo frenarla; rompeva l’unità per costituire Chiese nazionali che avessero per centro il centro della nazione, e voleva dominare il popolo mediante il solo organamento civile. In Francia non causò che ribellioni, ove l’aristocrazia cercò spodestare i re: Enrico IV vi riparò restituendo la supremazia del cattolicismo, conforme al voto del popolo, e insieme costituendo la libertà religiosa. Da quell’ora il popolo considerò il re come suo rappresentante e fautore; da lui chiedeva i miglioramenti; a lui esponeva i suoi lamenti; da lui solo aspettava i rimedj.