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Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/41

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dante 21

un viaggio, in cui dicevasi salvato per opera d’Ovidio da una selva diversa, dove avea smarrito il gran cammino[1].

Ben sarebbe meschino chi imputasse Dante di plagio. Quante Madonne col Bambino avea sgorbiate l’imbianchino del villaggio, prima che la dipingesse Raffaello! Dante vi era portato dai tempi e dalle credenze universali; e il libro più comune e quasi unico del medioevo gli somministrava queste allegorie e le visioni, e perfino le tre fiere che l’impediscono al cominciare dell’erta[2].

I poeti de’ nobili e delle corti amavano una certa ricercatezza che distinguesse i loro canti dalle poesie popolari. Quindi enigmaticamente si esprimevano i più illustri Trovadori, e in quel che chiamavano stile clus o car, coperto o prezioso, come i minessingeri del Nord lo chiamavano oscuro o recondito (ólióst, folgit).

La predilezione di Dante pei concetti simbolici trapela da tutte le opere sue. Conobbe Beatrice a nove anni, la rivide a diciotto alla nona ora, la sognò nella prima delle nove ultime ore della notte, la cantò ai diciotto anni, la perdè ai ventisette nel nono mese dell’anno giudaico; e questo ritorno delle potenze del numero più augusto gli indicava alcun che di divino[3], come il nome di lei parevagli cosa di cielo, aggiuntivo della scienza e delle idee più sublimi; onde la divinizzò come simbolo della luce interposta fra l’intelletto e la verità.

Talmente la visione è forma essenziale dell’opera di Dante, che fu applicata anche a lui morto, e si disse che, otto mesi dopo la tomba, foss’egli apparso a Pier Giardino ravignano per indicargli dove stessero riposti gli ultimi tredici canti del poema, di cui in conseguenza la terza parte fu pubblicata solo postuma.

  1. Pensando a capo chino
    Perdei il gran cammino,
    E tenni alla traversa
    D’una selva diversa
    Io v’era sì invescato,
    Che già da nullo lato

    Poteva muover passo.
    Così fui giunto lasso
    E messo in mala parte,
    Ma Ovidio per arte
    Mi diede maestria,
    Sì ch’io trovai tal via.

  2. Geremia, capitolo V, vers. 6: «Percussit eos leo de sylva; lupus ad vesperum vastavit eos; pardus vigilans super civitates eorum; omnis qui egressus fuerit ex eis capietur, quia multiplicatae sunt prœvaricationes eorum, confortatæ sunt ad versiones eorum».
  3. E’ dice esplicitamente che Bice è un 9, cioè un miracolo cui radice è la santissima trinità.