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scipione ricci 487

che bisogna si pieghi agli istinti per poterli emendare. Gli è perciò che trovansi unite le sublimità del culto con ingenuità della pratica, che oserei chiamare puerili.

Riflessioni simili avrà certamente fatto più d’uno, allorchè il Ricci a certe particolari devozioni particolare guerra movea.

Del cuore, come sede degli affetti, parlano più volte le sacre Scritture, anche riferendolo a Dio. Tanto più poteasi applicare a Dio umanato; e non sarebbe difficile negli scrittori sacri trovare allusioni al cuor di Gesù. L’immagine poi, sotto cui ora è presentato, troviamo distintamente indicata da san Francesco di Sales in una lettera del giugno 1611, ove alla beata Francesca di Chantal descrive l’insegna che vorrebbe dare al nuovo Ordine delle Visitandine. — Sta notte Iddio m’ha dato il pensiero che la nostra casa della Visitazione, per la grazia sua, è abbastanza nobile per aver il suo blasone. E ho pensato, se voi siete d’accordo, che dobbiam prendere per stemma un cuore trapassato da due freccie, chiuso da una corona di spine, e che sostiene una croce, coi santi nomi di Gesù e Maria».

Solo un secolo dopo, la visitandina Margherita Maria Alacoque manifestò una rivelazione, dove le era imposta la devozione al sacro cuore di Gesù. Le superiore del suo convento di Paray-le-Monial reluttarono gran tempo a darle ascolto: al fine è tenuta come una santa; teologi profondi attingono da lei lumi superni; la devozione del Sacro Cuore si diffonde: il padre De la Colombière, uno de’ più insigni gesuiti, la propagò nell’Inghilterra, allora gelosissima contro i Cattolici, mentre nella Francia filosofistica e giansenista era invano combattuta. Subito si istituirono congregazioni sotto quel nome, e la devozione ne crebbe tanto, che monsignore Belsunce, eroe della peste a Marsiglia, consacrò questa città al Sacro Cuore nel 1720. Vedutone universalizzato il culto. Clemente XIII nel 1763 ne decretò la festa. La nuova devozione s’attribuì a intrugli gesuitici, talchè contro di essa sbraitavano quanti erano ostili a quella compagnia, e il Ricci con una pastorale del 1781 la interdisse nella sua diocesi.

Quanto il Sacro Cuore dai Gesuiti, tanto dai Francescani era commendata la Via Crucis, e questa pure il Ricci impedì, o almeno ordinò una variazione in cinque delle stazioni, non espressamente indicate nell’evangelico racconto. Ne nacque disputa calorosissima, a cui presero parte il Bettinelli, l’Affò, e principalmente Giovanni