Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.2.djvu/251

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aonio paleario 241

e nell’asserzione che Dio amò il mondo fino a dargli il proprio Unigenito. In quale abisso di corruzione giaceva il mondo, se non potè esserne tolto che per intervento del Figliuol di Dio! E alla misericordia di questo si volge l’uomo, sperando ne’ meriti di esso; e vedendone l’infinita carità, suscita qualche scintilla d’amore, donde abominio al peccato e pentimento; al quale venuto con libero consenso, rimane giustificato; cioè lo Spirito santo diffonde nell’anima la grazia santificante e l’amor di Dio; sicchè rinnovellato, il Cristiano produce opere buone e meritorie, e diventa partecipe del regno celeste. Ma della sua giustificazione non acquista certezza, salvo che sia per ispeciale rivelazione.

Cooperano dunque l’uomo e Dio; Iddio sveglia il peccatore, prima che questi possa meritarlo, nè tampoco desiderarlo: ma il peccatore deve corrispondervi liberamente, e allora solo vien rialzato. Lo Spirito santo non opera in maniera necessitante, ma alla propria onnipotenza mette per limite la libertà dell’uomo, la quale dal peccato originale non rimase distrutta.

Qui consisteva la differenza fondamentale dei Protestanti: professando essi che il peccatore, spaventato di non poter adempiere la legge che ode predicarsi, vi vede però che Gesù Cristo toglie i peccati del mondo, e che la fede giustifica per sè stessa. Abbracciasi dunque ai meriti del Salvatore, in virtù dei quali Iddio dichiara giusto e santo il fedele, sebben noi sia, e sebbene continui a portare la macchia originale, di giunta agli altri peccati. La fede giustificante non rimane sola, ma vi si congiunge la santificazione, manifestandosi colle opere buone. La giustificazione e la santificazione non devono però confondersi, altrimenti non si otterrebbe la certezza della remissione de’ peccati e dell’eterna salute. L’opera della rigenerazione appartiene tutta allo Spirito santo, di modo che ogni gloria ricade su Dio, nulla sull’uomo.

I Protestanti ripudiano la distinzione tra fede viva e morta. E credendo che, anche dopo la giustificazione, perdura nell’uomo quell’essenza peccaminosa, non possono ammettere opere grate al Signore. Ben vennero talvolta a dirle necessarie, ma in qual senso io non intenderei.

Dopo discussioni che attestarono quanta varietà d’opinioni corresse su proposito si capitale, il Concilio di Trento riconobbe che i nostri peccati ci sono rimessi gratuitamente per la misericordia divina; non