Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.2.djvu/277

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frà bernardino ochino 267

dere tutto il contrario di quel che insegna sant’Agostino, cioè che sola fides sufficit, e che Iddio ci salva senza che noi facciamo opera alcuna per cooperare con Dio. Andavano attorno iscritti prima, e poi stampati i libri di costoro, come di tanti profeti, e già in pochi anni non solo i plebei ed ignoranti, ma anche molti signori e signore nobili, e molti religiosi e preti se n’erano infetti; e si facevano conventicole secrete tra loro, e si prestavano scritti l’un l’altro di cotali dottrine pestifere»1.

Giulia Gonzaga duchessa di Trajetto2, restava commossa dalle prediche dell’Ochino. Un giorno ch’ella usciva da San Giovanni Maggiore, il Valdes, vedendola agitata, la accompagnò lino al palazzo, mentre essa sfogavasi con lui parlandogli delle speranze, delle lotte, degli sconforti suoi. — Dentro di me sento una battaglia. Le parole di frate Ochino mi riempiono di terrore dell’inferno, ma temo le male lingue. Ochino mi dà l’amore del paradiso, ma sento al tempo stesso l’amor del mondo e della sua gloria. Come sottrarmi, a questo conflito a cui soccombo? Gol metter d’accordo le due inclinazioni o col sopprimerne una?»

Il Valdes la rassicurava che quell’agitazione era segno che l’immagine di Dio si ripristinava in essa. — La legge vi ha fatto la ferita, l’Evangelo ve ne guarisce. Solo temo che cerchiate regolar la vostra vita cristiana in modo, che quei che vi stanno intorno non si accorgano di cangiamento.... Voi dovete scegliere fra Dio e il mondo. Ed io vi farò conoscere la via della perfezione. Amate Dio sopra ogni cosa e il prossimo come voi stesso».

Ed ella: — Ma se ho sempre inteso che solo i voti monastici guidano alla perfezione».

E il Valdes: — Lasciate dire. I monaci non hanno perfezione cristiana se non in quanto hanno l’amor di Dio; non un soldo di più». E seguitò mostrandole l’unico mezzo per cui questa carità, che è la perfezione, si produce nel nostro cuore. — Le opere nostre son buone solo quando fatte da persona giusta. Come fuoco bisogna per

  1. Vita di Paolo IV, manuscritta.
  2. Fu famosa a’ suoi tempi per bellezza e ingegno, e di lei scrissero Ireneo Affò e Pompeo Litta. Fu accusata di eresia, come tant’altri suoi contemporanei: e citata da Pio V, ne morì di dispiacere, raccomandando al nipote Vespasiano di «non fare alcun risentimento contro chiunque oltraggiata l’avesse».