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300 illustri italiani


Ma l’Ochino, che non avea consentito alla Chiesa universale, potea rassegnarsi alle opinioni individuali de’ nuovi dottori? Perocchè subito i fratelli uterini della Riforma pugnarono tra loro, e Lutero s’arrovellava contro ogni fede diversa dalla sua: Melantone, Carlostadio, Ecolampadio, Engelhard, Brenzio modificavano i dogmi, ciascuno a suo senno o a norma della costituzione del proprio paese; sbranamento inevitabile là dove a ciascuno è libero l’interpretare.

Contemporaneamente a Lutero, e senza sapere di lui, Ulrico Zuinglio, che aveva militato in Italia come cappellano di Svizzeri assoldati, insorse (1518) a Zurigo contro le indulgenze, e dietro a ciò sostenne che bisogna fondare la fede sulla Scrittura, non su dettati clericali; e repudiando i quindici secoli della Chiesa per ricorrere alle fonti, studiò il greco, si mise a mente le epistole di san Paolo, riprovò i pellegrinaggi; il pane e il vino della Cena essere meri simboli del sacrosanto corpo e sangue, e altri asserti che furono accolti in molta parte della Svizzera.

Veramente egli ha un’importanza storica piuttosto che dottrinale, non avendo lasciato opere di rilievo; e fu assorbito nell’azione di Giovanni Calvino, francese, che deplorando i disordini derivati dalla Riforma, pensò emendarli coll’andare più innanzi e fino ad un assoluto distacco, proclamando un antagonismo perpetuo alle tradizioni stabilite, che non vuol solo appurare, ma distruggere.

Ginevra avea cominciato il suo risorgimento dal rivoltarsi contro al duca di Savoja, che la supremazia feudale volea ridurre a signoria assoluta. N’era seguita la solita disordinata prepotenza dei riottosi, per rimediare alla quale Calvino ricorse al despotismo. Lutero aveva abbattuto la monarchia cattolica per favorire i vescovi tedeschi, Calvino sagrifica questa aristocrazia luterana alle idee repubblicane di Ginevra; e se i Luterani alzavano il principato per opporlo al papa, egli lo deprime per sottoporlo ai rivoluzionarj. Posta la scure alla radice, impugna il mistero, colloca la certezza nella rivelazione individuale: l’arbitrio non è libero, e per iscegliere il bene fa duopo d’una Grazia necessitante, e questa sola produce la giustificazione, senza che v’abbia parte la volontà dell’uomo; Iddio è padrone assoluto delle sue creature, e ab eterno ha destinato queste al paradiso, quelle all’inferno, qualunque siano le loro azioni. Il fedele dee mirare principalmente a tenere per sicura la propria salute; e per acquistare una tale sicurezza, crederla non fondata su opere od azioni umane, ma sulla volontà suprema ed eterna.