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302 illustri italiani

quest’autorità della coscienza col redigere ed imporre confessioni di fede. Entrambi principalmente combatterono il primato del papa, il culto dei santi, l’espiazione postuma.

Ma del resto quanti dissensi! e come ostinatamente sostenuti! E Lutero esclamava: — Chi non adotta la mia dottrina non può salvarsi: chi crede ad altri che a me, è destinato all’inferno: al Vangelo da me predicato devono sottomettersi papa, vescovi, preti, monaci, re, principi, il diavolo, la morte, il peccato, e tutto ciò che non è Cristo». Calvino imprigionava e bruciava chi da lui dissentisse. L’Ochino stesso si trovò presto in disaccordo con Calvino, sicchè a Ginevra venne scomunicato e perseguitato. A piedi, come sempre, ripigliò dunque il cammino colla moglie che s’era presa, in cerca della verità, e di chi permettesse dirla. A Basilea, dov’erasi adunato uno degli ultimi Concilj, dove eransi rifuggiti Erasmo ed Hutten, disgustati degli eccessi, dove il Froben stampava scritti arditissimi, l’Ochino recossi per pubblicare i suoi sermoni: ad Augusta chiesto predicatore con ducento fiorini l’anno, moltissimi uditori attirava, sinchè la invasione di Carlo V gli lasciò appena tempo di salvarsi, fuggendo collo Stancari di Mantova.

A Strasburgo ritrovò il vecchio suo amico e compatrioto Pietro Martire Vermiglio, e con lui passato in Inghilterra, predicò ai rifuggiti italiani, ma cessata la tolleranza alla morte d’Eduardo VI, tornò in Isvizzera, e fu assunto pastore dagli emigrati di Locarno, i quali aveano ottenuto una chiesa e l’uso della propria lingua1.

  1. Quel che adesso è Canton Ticino, esteso dalle falde del San Gotardo e del San Bernardino fino ai laghi di Lugano e Maggiore, era stato sottratto al ducato di Milano, e fatto suddito degli Svizzeri. I tre Cantoni primitivi di Uri, Svitto, Unterwald aveano occupato i baliaggi di Lugano, Locamo, Mendrisio, Valmaggia; e da quei Cantoni venivano balii biennali a governare queste podestarie cisalpine, comprando quella carica a denaro, e rifacendosene col rivender la giustizia; e secondo che essi Cantoni ed i balii erano cattolici o protestanti, davano persecuzione o favore agli apostali. Giovanni Orelli di Locarno, famigliare e perpetuo commensale di Gian Galeazzo Sforza, ebbe relazioni col Savonarola e con altri trascendenti, e introdusse nella sua famiglia l’uso di argomentare sulle cose religiose.
    Giovanni Muralto medico, loro compatrioto, inviato dal duca Sforza a Ginevra, vi conobbe il Serveto e alcuni profughi d’Italia, ne sorbì le idee, e le recò in patria, dove le partecipò agli Orelli e ad alcuni italiani rifuggiti, tra’ quali il conte Martinengo di Brescia, Guarniero Castiglioni da Castiglione varesotto, un Camozzi, un Visconti. Tutti trovavano ospitalità presso gli Orelli, ed alcuni ottennero il diritto di possedere e la cittadinanza. Uno speziale, che legava anche libri, ne ebbe alcuni di senso protestante, e cominciò a parlarne con persone per bene; poi un Piotta insegnò apertamente l’eterodossia, e divulgò gli scritti antitrinitarj di Serveto.