Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.2.djvu/323

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lodovico muratori 311

scuole. Trovò chi raccomandollo ai Borromei, signori milanesi ne’ quali era ereditario il proteggere gli studiosi, e che ne aveano modo in grazia del patronato che esercitavano sul Collegio Borromeo di Pavia e sulla Biblioteca Ambrosiana. In questa «nicchia sì decorosa e di tanto suo genio» collocarono essi come dottore il Muratori (1694), che nel 95 vi fu ordinato sacerdote dall’arcivescovo Caccia, nel 99 ebbe la confessione: e applicatosi a frugare per entro que’ tesori bibliografici, pubblicò Aneddoti latini che, oltre varie altre cose, sono quattro poemi di san Paolino da Nola per la festa di san Felice, corredati di ventitre dissertazioni sui due santi, sulle agapi, su antichità cristiane, sulla corona ferrea. Più tardi egli si accusava di averli stampati senza farli vedere a nessuno: e «Bisogna rispettar il pubblico, bisogna maneggiare con gelosia e riguardo la propria reputazione, e ricordarsi che, per grand’uomo che si sia, più veggono molti occhi che uno solo».

Frequentava egli la casa Borromeo, e persuase a istituirvi un’accademia di morale e letteratura, che riunisse i buoni ingegni a qualcosa meglio che a far sonetti e recitare dissertazioni, e non dissimula che «non vi mancava la lautezza de’ rinfreschi, familiare a que’ magnifici signori».

I Milanesi vedevano questo pretino, verso le due ore, uscir ogni giorno dalla Biblioteca Ambrosiana, accompagnato da uno di quegli esseri anfibj tra l’uomo e il cretino, tra il secolare e il prete, e mettersi davanti al castello de’ pulcinelli, e ridere a quelle grossolane facezie, a quelle sonore bastonate, come oggi si farebbe alle ingiurie che ai galantuomini avventano i giornali umoristici.

Quando Rinaldo I duca di Modena sposò la primogenita del duca di Brunswick, il celebre Leibniz pubblicò una scrittura (1695) per dimostrare che d’un solo stipite derivano la prosapia elettorale, poi regnante, di Brunswick e la ducale di Este. Per tale assunto aveva egli visitato varj archivj; e conosciuta l’importanza di quel di Modena, mandò a farvi ricerche il dottore Hakemann. Questi lo trovò in estremo disordine, attesochè vi si erano buttate di fretta le carte portate via da Ferrara nel 1598, allorchè questa fu dai papi tolta agli Estensi. Pertanto il duca Rinaldo pensò mettervi ordine, e a tale, ufficio chiese il Muratori. Questi esitò assai, perchè a Milano godeva soldo sufficiente1, salute, quiete e libertà, e aveva assunto impegni

  1. Aveva come dottore della biblioteca lire 1080: casa, che d’affitto rendeva lire 100: