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Pagina:Iucunda sane (Roma 1904).djvu/12

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forse più ancora di lui dobbiamo temere; tante sono le tempeste addensate da ogni lato, tante le ordinate schiere de’ nemici che premono, e tanto insieme è l’abbandono in cui siamo di ogni umano sussidio per ribattere le une e sostenere l’impeto delle altre. Ma se riflettiamo dove poggiano i Nostri piedi, dove questa Sede pontificia è collocata, Ci sentiamo al tutto sicuri sulla rocca della Santa Chiesa. Invero chi non sa, scriveva S. Gregorio al patriarca Eulogio di Alessandria, che la Santa Chiesa poggia sulla solidità del Principe degli Apostoli, il quale la sua fermezza trasse dal nome, essendo stato chiamato Pietro dalla pietra?1 La forza soprannaturale della Chiesa per volgere di secoli non è venuta mai meno, nè fallirono le promesse di Cristo; e come già consolavano il cuore di Gregorio, tali si mantengono, anzi per Noi acquistano maggiore forza nella riprova di tanti secoli, nel vario corso di tanti avvenimenti.

Passarono regni ed imperi; tramontarono popoli fiorenti per nome e per civiltà; più volte le nazioni come accasciate dal peso degli anni si disfecero in se medesime; mentre la Chiesa, indefettibile nella sua essenza, unita con vincolo indissolubile al suo Sposo celeste, è qui fulgente di eterna giovinezza, forte del medesimo primitivo vigore, quale uscì dal Cuore di Cristo spirato in croce. Uomini potenti del secolo si sollevarono contro di lei. Essi sparvero ed ella rimase. Sorsero sistemi filo-

  1. Registr. vii, 37 (40).