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Pagina:Iucunda sane (Roma 1904).djvu/20

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la quale però, nè costantemente si adopera, nè sempre può aversi alla mano; però il popolo si va logorando come per un occulto malessere, d’ogni cosa è scontento, proclama il diritto di agire a suo arbitrio, attizza le ribellioni, suscita le rivoluzioni degli Stati, talvolta turbolentissime, mette sossopra ogni diritto umano e divino. Tolto di mezzo Iddio, ogni rispetto alle leggi civili, ogni riguardo alle istituzioni anche più necessarie vien meno; si pone in non cale la giustizia; si calpesta la stessa libertà proveniente dal naturale diritto; si giunge perfino a distruggere la compagine stessa della famiglia, che è il fondamento primo ed inconcusso della compagine sociale. Ne segue, che a’ tempi nostri ostili a Cristo, si rende più difficile l’applicare i rimedî potenti, dal Redentore messi in mano alla Chiesa, a fine di contenere i popoli nel loro dovere.

E nondimeno non vi ha salvezza al mondo se non in Cristo: Imperocchè non havvi sotto al cielo altro nome dato agli uomini, mercè del quale abbiamo noi ad esser salvati1. A questo Cristo convien dunque tornare. Ai suoi piedi convien di nuovo prostrarsi per ascoltare dalla sua bocca divina le parole di vita eterna; poichè egli solo può additarci la via della rigenerazione, egli solo insegnarci la verità, egli solo restituirci la vita. Egli appunto ha detto: Io sono la via e la verità e la vita2. Si è tentato novellamente di operare quaggiù senza di lui; si è cominciato a metter su l’edifi-

  1. Act. iv, 12.
  2. Ioann. xiv, 16.