Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/116

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102 parte seconda.

riverenza superstiziosa per «le figlie della Madonna,» e queste non trovano marito, e se ne trovano, come possono adattarsi alla vita di fatica, di disagi, di stenti, che solo un operaio può loro offrire? E quando per istinto di libertà, così potente nella gioventù, escono, e si offrono come lavoratrici o cameriere, come si può pretendere che persistano nel lavoro, quando hanno come rifugio, a cui tornare, la Casa della Madonna col suo lusso e comparativo ozio? O ritornano peggiorate, o aumentano quella tremenda categoria delle meretrici che esiste dappertutto, e a Napoli sovrabbonda. Sono allevate al lusso e così solamente possono ottenerlo. Ne si dica questa un’affermazione arrischiata.

Il Direttore dell’Annunziata mi disse che le allieve di questa Casa danno un grande contingente alla prostituzione.

L’Alunnato costa allo Stabilimento 150,000 lire annue per una media di 450 ragazze: quasi una lira al giorno ogni alunna per ottenere poi questo bel risultato! E il denaro così male speso rappresenta la vita mancata alla metà delle creature, che per economia si alleva nell’Ospizio, ossia si lascia morire.

Ma ci si domanda, che cosa fare di queste ragazze? Una volta nello Stabilimento, possiamo metterle alla porta, o anche uscite, possiamo rifiutare di riceverle?

E si risponde: Avete già deciso che al di là di venticinque anni non potete più tenerle, e le mettete alla porta. Ora a quell’età la donna nè trova marito agevolmente, nè si adatta a vita nuova. Bisogna dalla