Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/129

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la ricchezza dei poveri. 115

di ricordarsi delle tante buone istitutrici che escono dalle Scuole normali e che fecero buona prova di sè nel Convitto femminile, corre difilato ad Ivrea per cercarvi Suore, e ad esse è affidato il Collegio. — Per suore fanno bene. La Direttrice è un’energica Milanese, che le vecchie alunne hanno in santo timore, benchè ella cerchi di urtare i loro pregiudizii il meno possibile, e dirige la Casa egregiamente. Le scuole di cucire, di stirare e specialmente di rammendare sono efficacissime — e utilissima quella del disegno applicato ai lavori femminili, condotta dal professore Torno. Ma tutte le ragazze hanno quell’aria dimessa, e tutt’altro che giovanile, delle santocchie, e gli esercizii spirituali prendono troppo il posto della ginnastica. C’è questo di buono, che contrariamente al consiglio del Commissario regio, si decise che le alunne escano dal Collegio a 21 anno al più tardi. — Visto che ogni allieva partecipa dei guadagni risultanti dai proprii lavori, e che i premii dannosi in denaro, ognuna esce dallo Stabilimento con un libretto della Cassa di Risparmio per cominciare la propria carriera nel mondo.

Con poche modificazioni, e sotto direzione laica, il Collegio di San Vincenzo Ferreri potrebbe trasformarsi in eccellente convitto per le fanciulle abbandonate, fino a 16 anni; sempre però riducendo il numero a quelle, alle quali non viene dato di trovare collocamento in qualche famiglia onesta fino dalla tenera età. Ben inteso non prolungando mai oltre l’età prefissa il soggiorno delle medesime nel Collegio.