Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/157

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la ricchezza dei poveri. 143

compilato i loro bilanci; e le Deputazioni provinciali non avevano avuto il tempo di approvare 15,211 resoconti; 1330 Opere pie mancavano di registri, di protocolli, di deliberazioni, di archivii; 4429 mancavano perfino di qualsiasi inventario! — È il disordine eretto a sistema.

Nella capitale del Regno, sotto gli occhi del Governo, 420 Opere pie non avevano presentato i loro conti; 1270 li avevano arretrati; 355 mancavano perfino degl’inventarii!

Nella Provincia di Palermo non avevano presentato i loro conti 474 Opere pie, e 5354 li avevano arretrati.

Nella Provincia di Messina mancavano i bilanci di 298 Opere pie; 5128 avevano i conti arretrati, e 207 non avevano inventarii.

Non parliamo della dispersione e del consumo dei patrimonii: non dell’uso che si fa dei redditi anche da parte degli amministratori onesti, quando si tratta di istituzioni sedicenti caritative, come i Monti frumentari, i Monti per doti, i Monti di pietà: sono fatti e cifre spaventevoli.

E questi fatti e queste cifre le ricaviamo dalle Relazioni del Ministero dell’Interno, compilate sui dati, la cui insufficienza sarà giudicata quando si pensi che esso li riceve dai Prefetti, i quali non hanno altri elementi se non quelli delle Deputazioni provinciali, cui è affidata la tutela delle opere pie, tutela che adempiono così bene, come si è veduto.

È chiaro: la Legge 3 agosto 1862 è una legge assurda: essa è fatta per perpetuare lo sperpero, il