Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/162

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148 parte terza.

e ben appartato edificio; le abili obbligale a guadagnarsi la vita, le altre mantenute con lo stretto necessario.

Vorremmo fatto oggi l’inventario di Napoli sul l’igiene, sulla mondizia, sulla miseria, sui lavori di pubblica utilità, sulle carceri giudiziarie, affinchè i nuovi Consiglieri possano dire al fine del loro mandato: «Ecco, concittadini, come abbiamo trovato la nostra città nel rispetto sociale-economico-amministrativo. Ecco come l’abbiamo lasciata; giudicate la nostra opera.»

E, per dire il vero, se i membri dei Municipii passati poco o nulla operarono per rimediare allo stato normale e inveterato della città, hanno almeno raccolto i fatti e i dati necessarii per iniziare quelle riforme.

Fra una vera biblioteca intorno alle condizioni di Napoli, troviamo due Autori singolarmente coscienziosi nell’esporre lo stato presente e nel proporre i rimedii, che per la più parte ci sembrano efficaci Marino Turchi e Achille Spatuzzi.

Nel libretto: Sulla igiene pubblica, Marino Turchi dà uno sguardo generale agli edifizii privati, ai pubblici stabilimenti, agli ospedali, alle case di educazione, ai teatri, alle prigioni, agli stabilimenti d’istruzione pubblica e privata, agli stabilimenti di beneficenza, ai cimiteri, ai macelli, alle abitazioni dei poveri. Trova ovunque violata la legge elementare di decenza e di igiene, e fa proposte per le acque potabili, per gli edifizii, ec. Divide le proposte in quattro serie: la prima concernente le cose che già esistono; la seconda quelle