Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/186

Da Wikisource.
172 parte terza.


Or pensando quanto tempo avranno preso quelle goffe acconciature, quanto danaro quegli abiti, mettendoli a riscontro col miserabile salario che riceveranno come maestre, sarebbe molto utile che quelle buone istitutrici cercassero di far seguire il proprio esempio. Le lezioni, a cui assistetti date da un prete, che conobbi all’asilo, erano veramente edificanti per la lucidità del pensiero e la pazienza, ond’egli si accertava che ognuna avevalo compreso.

Da questa scuola sono già uscite più di 300 maestre, e l’istituto continua a vigilare la loro carriera. Molte insegnano nelle Scuole comunali di Napoli, altre nei Comuni della Provincia, altre nei reali Educatorii, negli Asili d’Infanzia e negli Istituti privati. Altre sono andate a Salerno, ad Avellino, a Bari, a Lecce, a Potenza, ove per lo più divengono direttrici delle Scuole magistrali.

E ora una parola al Ministro della Istruzione Pubblica del Governo riparatore.

Quando queste povere fanciulle, con infiniti sacrificii dei genitori e gran fatica propria, si presentano a chi di ragione per avere un posto come maestre, così profonda radice ha preso la camorra, che in moltissimi casi esse debbono pagare, e largamente, sul loro salario la mancia a chi le nomina; e ciò quando non sono obbligate a pagare col più prezioso tesoro della donna.

Nè ciò asserisco con leggerezza. Queste ragazze, temendo ulteriori vendette, vi pregano di non denunciare i loro nomi.

Ma ci sono persone pronte a garantire i fatti. E