Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/189

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proposte fatte per le condizioni di napoli. 175


A loro toccò di provvedere per infermi cronici incurabili, non accettati a Santa Maria del Popolo, per inetti al lavoro non Napoletani che non possono rimandarsi nelle loro Provincie senza pericolo di vita, per fanciulle che di sotto ai sette anni non si sa dove collocarle, per padri e madri che per ragioni di moralità non si possono staccare dalla propria famiglia, per fanciulle che per le stesse ragioni bisogna staccare dalla propria madre, per fanciulli d’ignota provenienza che servono di speculazione a uomini apparentemente ciechi o storpi, e finalmente per famiglie intere, alle quali o per infermità del corpo o per la condizione dei tempi mancarono i guadagni ed il modo di vivere.

Che tragedie, che misteri, che rivelazioni, che prove di mal governo di un paese in mano de’ preti! che ammaestramenti per un Governo che vuol meritare il titolo di riparatore, non devonsi trovare nell’Archivio di quell’Opera nobilissima! Stampavansi i conti ogni mese, e risulta che in poco più di sei anni furono collocate 63 fanciulle nel Convitto, 120 figliuoli di mendicanti vestiti per essere ammessi negli Asili e nelle Scuole, 760 accattoni accasati nei pubblici Ospizii, 1/12 dei quali mantenuto a spese dell’Opera.

Per duemila si provvide lavoro sufficiente alla sussistenza, seimila si spedirono nelle loro Provincie, più di 10 mila si denunciarono al Potere giudiziario. Sua merce si chiusero le botteghe, ove davansi a prezzo i fanciulli sani per 5 soldi al giorno, per 10 gli storpi. Sua mercè si chiuse la bottega, ove gli arrivati dai paesi vicini scambiavano gli abiti loro coi cenci dei mendicanti. Sua mercè, e non senza molto pericolo,