Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/238

Da Wikisource.
224 parte quarta.

dicono, laico. Che sia avvenuto un progresso inaspettato, sta bene; opiniamo però che non si possa riuscire all’obbligo senza la gratuità. In quanto ad esser laico l’insegnamento, bisogna conoscere ben poco la caparbietà, la persistenza e la forza d’inerzia che il Clero sa mettere in opera, quando i mezzi aperti di opposizione gli falliscono, per congratularsi così presto che siangli stati accorciati i panni davvero. Fra gli scritti pedagogici del professor Villari, due mi sembrano eccellenti: Sull’istruzione elementare dell’Inghilterra e su quella della Scozia. Egli non si è contentato di aride liste di cifre. Viaggiò nei due paesi, visitando le scuole, interrogando, esaminando e compulsando ogni cosa; comprese lo spirito che informa l’educazione dell’uno e dell’altro,e nelle sue osservazioni e conclusioni ha quasi sempre colpito nel segno. Le varie fasi che traverso l’Inghilterra dal principio del secolo, quando lo Stato non ispendeva un centesimo per educare il popolo, fino ad ora, in cui spende oltre un milione di lire sterline, non hanno grande valore per gli stranieri.

Importa solo di essere notato: che mentre devesi ai dissenzienti dalla Chiesa stabilita il merito dell’iniziativa dell’istruzione popolare, la Chiesa stabilita, per mezzo del Clero o dell’Aristocrazia, adoperò immediatamente tutte le sue ricchezze e tutta la sua influenza ad impossessarsi del movimento. Costituì sino ad ora in principio di governo l’incoraggiare e l’aiutare l’iniziativa privata, dando denaro e casa a quei Comuni, ove si apersero scuole e lasciandone senza quelli, ove manco tale iniziativa.

Ma gradualmente l’Inghilterra va convincendosi: