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Disegni di gagliarda fantasia,
Alterno il riso e la malinconia.
Illuminavan le pensate carte
Fulgor d’ingegno ed equa luce d’arte,
Ella leggea una pagina dov’era
Molle tepor di nova primavera.
Le nubi addormentate, l’aria cheta,
Gli augei migranti in alto ed il poeta.
In quei sogni perduta, in quel riposo,
Lo sguardo sollevò fisso, pensoso;
Da la man semichiusa e negligente
Uscì supino il libro lentamente.


Non è finita, ma io vorrei che finisse qui....

Ecco il Brindisi, poi passiamo oltre. È quello del «Mistero d’un poeta». Mi piace assai per una vita un po’ insolita che vi palpita e che ci dà il cantore, come ringiovanito. È l’amore ideale fatto reale? È il vino biondo? Non si sa. Ma la corda vibra più risoluta e il poeta, finalmente, sorride:

A te, bionda fanciulla, io bevo il vino biondo
Il riso del tuo sole, de’ colli tuoi l’odor,
Bevo e mi veggo sorgere dentro al pensier profondo
Il Reno sacro, i clivi, torri, vigneti e fior.

Bevo ed il vin divampami nell’estro suo straniero,
Mi batte ed arde un nuovo cor di poeta in sen;
Bevo e mi bacia un alito, un’anima, un mistero
Che dal più dolce fiore della foresta vien.