Pagina:Jolanda - Dal mio verziere, Cappelli, 1910.djvu/96

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Poichè la fervida poetessa dal nome alato è sopratutto donna. Essa deve appartenere a quella fortunata categoria di signore a cui gli uomini perdonano volentieri di adoperare la penna perchè sanno maneggiar l’ago con la stessa maestria, la stessa facilità. Quella fanciulla bruna che la Gianelli ci dipinge seduta ad un verone rivestito d’edera, che agucchia con la mano leggiera e il pensiero vagabondo, in faccia al mare, al gran mare, deve esser lei; e se Elda non fosse una cara figliuola non avrebbe sentito così intimamente la poesia umile e vera di quel «picciolo tinello» nelle «dolci sere» di riunione domestica; in cui il suo pensiero ardito e indomabile e i drammi del cuore le paiono una stonatura e una menzogna. Eppure no, è l’augellino avido di azzurro a cui il morbido nido non basta più, e si slancia..... ma l’impressione dolce del muschio fra cui nacque e la fragranza delle erbe che allacciavano la sua cuna gli rimangono e lo seguono nel suo viaggio acreo, per lungo tempo. Così la musa di questa figliuola, di questa signorina, è profumata e vereconda, e non ci sarà bisogno di sottrarre agli sguardi curiosi delle fanciulle i suoi volumetti di versi, come si deve fare qualchevolta per certe liriche sebbene portino nomi di signorine....

Forse il pensier non sente la carezza
Del pensier che si perde a sè simil,
Di un eterno sognar ne la vanezza,
Smarrito in terra spirito gentil?
Forse tutte non vengon le parole
Soavi accolte da soavi cor?
Forse i versi non han, povere fole,
Per altri pazzi un ideal valor?