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94 gli zingari nel modenese

importanti, da questa deposizione, ne trarra lo studio delle credenze religiose tra gli Zingari. Nell’anno seguente ai 27 di agosto 1625, per furti e fattucchierie furono querelate Imperia e Maria Zingare; da Francesco Mussato di Nirano davanti al governatore di Sassuolo conte Alfonso Malaguzzi. 1 Le cose rubate erano ’una collana d’oro e molte velctte da naso,’ che furon poi trovate a Monteforco sulla Rassenna, in mano di Lodovico suocero di Imperia e di Signorino, birbante famigerato, che ritroveremo di nuovo subito, ma passando dalle montagne sulle rive del Secchin, a levante del Panaro, pure fra i monti, ove oltre a furti e violenze ladresche troveremo superstizioni sortilegi e ribalderie affini.

A Savigno, Don Bartolomeo rettore del luogo, udi per bocca di Madonna Fiora Zagnoni, che Signorino ’aveva una calamita cosita nel gippone, che Maddalena di Mariano da Sassone, pure di Savigno, amante di Signorino teneva una calamita battezzata, e che la Maddalena stessa era stata menata via dagli Zingari perchè Signorino gli aveva cosita della calamita nella vesta che quando l’aveva indosso le bisognava andare dove era esso Zingaro.’ Correva voce, inoltre, che Signorino si chiamasse Ercole Pallavicino e che sul suo conto dicesse: ’ La mia patria io non la sio essendo Cingaro, sono nato pero nella Rocca di Guia e sono stato battezzato da Don Giovanni a Guia, io non sio la mia eta, il mio esercizio e di Cingaro e di sbirro, ho praticato in diversi paesi di qua e di la dai monti, perchè noi altri poveri Cingani sempre siamo in viaggio e tutti ci voglion male.’ 2 £ ben contornato il ritratto di questo Zingaro volontario, ma tra poco altre notizie completeranno la triste figura.

Don Alessandro Micheli, prete di Savigno, raccontava infatti come una sera andando a veglia per giuocare, si incontrasse con Signorino che gli propose di insegnargli un segreto per farsi voler bene dalle donne, e soggiungesse che avendo veduto nella chiesa di S. Biagio la pila dell’acqua santa fuori dalla porta per la quale entrava il popolo, egli aveva il modo di insegnargli il segreto. E cosi andarono insieme alla chiesa. Quivi Signorino levo il pugnale e fece un circolo nel pavimento sotto la pila, poi sfondo il ghiaccio dell’acqua santa, cavo fuori dalla bisaccia uno scaitolno ’ involto e coperto tutto attorno di capelli di donna’ lo pose in mezzo a quel circolo, vi mise un anello sopra e butto tutto nell’acqua santa 1 Arch, di Stato in Modena, Sassvolo, filza 14.

2 Arch, di Stato in Modena, Anno 1625, filza 3.