Pagina:Journal of the Gypsy Lore Society - Vol. III.djvu/129

Da Wikisource.

gli zingari nel modenese 95

morinorando alcune parole delle quali il prete non intese che noliter e politer. Presagli poi la mano destra la tuftb nell’acqua, ponendogli la sinistra sopra gli occhi e ordinandogli che pescasse lo scatolino ripetendo: ’ opera e fa quello che vuole e comanda Signorino.’ Dipoi gli diede di quei capelli, sparo due archibugiate e prese la via. Al prete, andato a letto e addormentatosi, fu strappata la coperta, e terrorizzato si raccomandb a Dio recitando il ’ Te lucis ante terminum,’ 1 ina insistendo il fenoineno brucio i capelli avuti da Signorino e pote riprendere il sonno.

Queste giunterie che vengono detti sortilegi, sono nei processi dell’Inquisizione, nell’Archivio di Stato a Modena e io le ho desunte come frettolosamente ho saputo e potuto.

Abbandoniamo i sortilegi e rientriamo ad occuparci del furto inseparabile dallo Zingaro.

II 24 maggio 1627 il Podesta di Monfestino, Annibale Mattarelli, avvertiva il Duca che ’li Cingani in conventicola di 16 e piu, armati, non tanto per loro natura quanto per sdegno di aver io posto in berlina alcune donne trovate in questa podesteria contro le grida marchionali, si sono dati a saccheggiare questa giurisdizione e per loro asilo si servono di un luogo detto Degagna da dove di notte escono a depredare questo povero paese,’ 2 e domandava forza per cacciarli.

Ma il cacciarli non era sempre possibile, per quanto assai di rado opponessero resistenza colle armi, non potendosi ricorrere a mezzi estremi, se non in caso di resistenza. A prova si puo citare il caso avvenuto al Finale sui primi del marzo 1628. 3 Quel Governatore voile liberare il paese da una loro banda e ne diede ordine al bargello, ma questi non pote eseguirlo perchè i soldati della milizia si rifiutarono di aiutarlo quando non venisse concesso il permesso di ammazzare i Zingari. II permesso fu chiesto al Duca, ma per quanto fosse accordato, era sempre superfluo perchè gli Zingari non sfidavano il pericolo, ma cercavano, come cercarono sempre, di mettersi in salvo senza resistere:

sarebbe una prova di coraggio inutile data la maniera del viver loro.

Nei Partiti Comuncdi di Modena del 1627 trovo il 3 gennaio, un nome che ritengo non sia da ommettere perchè forse riguarda un personaggio celebre. Cornelio Malvasia di Bologna, 1 Hymnus ad Gompletorium.

2 Arch, di Stato in Modena, Vi’jnola, Podesth di Monfestino.

3 Arch, di Stato in Modena, Partinunto 1°.