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96 gli zingari nel modenese

aveva ucciso anni prima, davanti all’osteria della Campana in Modena, un tale G. Francesco Cappelli sbirro Zingano, perchè tra altro gli aveva rubato un cavallo a Panzano. II Malvasia domando orazia al Duca avendo ottenuta la remissione dell’omicidio dai parenti dell’ucciso. Questo Malvasia sarebbe il Conte Cornelio che fu poi Senatore di Bologna, Generale ed Astronomo ed ebbe il merito di innalzaro due Osservatori a Modena ed a Panzano nel secolo di Galileo.

E ritornando ai birri citero un Ludovico Vecchi dell’origine del Cigani che aveva un figlio a Rubiera pure birro e domandava licenza di fissarsi nello Stato nel 1625; nonche la cacciata di Galeazzo Cingano avvenuta per opera del governatore di Rubiera nel o-ennaio 1626 per le sue ribalderie e per aver puntato una pistola al petto di un frate francescano. 1 Nel 1630, durante la peste, une forte banda di Zingari tutti nativi della provincia trovo largo e facile campo ai suoi istinti rapaci, e tra essi vi ricomparve alla testa il noto Ercole Pallavicino.

Proveniente da Pescia si riverso nel inodenese ove trovava favore in un Giovan Nicola Borghi che abitava alle Grotte di Monchio, feudo dei Molza. Questi briganti entravano nelle case, murate perchè rimaste vuote pei morti dalla peste, vi toglievano tutto, e saccheggiavano pei monti di Saltino rovinando, tagliando, assassinando, senza che alcuno ardisse parlare per le ininaccia di morte che lanciavano. Essi erano i seguenti:

Tommaso d’anni 15, nato a Guia.

Lodovico di 17, a Messano.

Giovanno di 18, a Marano.

Lucia di anni 7, nata alla torre di Gorzano.

Degna di 2, di Garfagnana nei boschi.

Diamanta di 4 e Antonia di 9 anni nata a Bologna.

Poi vi erano:

La sorella di Signorino, Leandra.

Certa Iacorna moglie di Cesare.

Maddalena da Montetortore che stava con Signorino, di anni 30.

Una figlia di Cesare nata a Montecchio per noine Maria, e infine Un’altra ragazza di 14 anni nativa del Finale.

Arch, di Stato in Modena, Partimento 1°.