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102 viaggio al centro della terra

giore rumore. Codesto punto gli parve averlo incontrato nella parete sinistra a tre piedi sul livello del suolo.

Com’ero commosso! non osavo indovinare ciò che il cacciatore volesse fare. Ma bisognò pure ch’io lo comprendessi e l’applaudissi e gli prodigassi le mie carezze quando vidi prendere il piccone per intaccare la roccia.

«Siamo salvi! esclamai.

— Sì, ripeteva mio zio con frenesia; Hans ha ragione; ah! il bravo cacciatore! certo a noi non sarebbe venuta siffatta idea!»

Sfido io! simile mezzo per quanto fosse semplice, non ci sarebbe venuto in mente, perocchè non v’ha nulla di più pericoloso che il dare un colpo di zappa in questa armatura del globo.

Pensate se fosse avvenuta qualche frana e ci avesse schiacciati! O se il torrente, aprendosi il passo attraverso la roccia, ci avesse annegati! Questi pericoli non erano punto chimerici, ma allora i timori di frana o di inondazione non potevano trattenerci e la nostra sete era così intensa che per calmarla avremmo scavato perfino il letto dell’Oceano.

Hans si pose all’opera a cui non saremmo bastati né mio zio, nè io; la nostra mano, fuorviata dall’impazienza, avrebbe battuto colpi precipitati, tali da frantumare la roccia; al contrario la guida, tranquilla e moderata, rôse a poco a poco il sasso con una serie di colpetti ripetuti, scavando un’apertura larga mezzo piede. Udivo il rumore del torrente farsi più intenso e mi pareva che l’acqua benefica zampillasse già sulle mie labbra.

Non andò molto che il piccone si cacciò per due piedi entro la muraglia di granito. Il lavoro durava da oltre un’ora. Io mi arrovellava d’impazienza. Mio zio voleva adoperare i mezzi eroici e durai fatica a trattenerlo, mentre dava di piglio al suo piccone; quando all’improvviso udimmo un fischio. Un getto d’acqua balzò dalla muraglia e venne a frangersi contro la parete opposta.

Hans, quasi rovesciato dall’urto, non potè trattenere un grido di dolore, che io compresi quando, poste le mani nel getto liquido, mandai alla mia volta una violenta esclamazione, Quell’acqua era bollente.

«Acqua a 100°! esclamai.

— Ebbene, si raffredderà» rispose mio zio.

Il corridoio si empiva di vapori, mentre un ruscello si formava sotto i nostri piedi e si smarriva nelle sinuosità