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124 | viaggio al centro della terra |
odo il rumore del vento che soffia e quello del mare che s’infrange contro la spiaggia.
— Ah! non è che questo?
— Mi spiegherete voi?...
— Non ti spiegherò nulla, poichè la cosa è inesplicabile; ma tu stesso vedrai e comprenderai che la scienza geologica non ha ancora detto la sua ultima parola.
— Usciamo dunque! esclamai alzandomi bruscamente.
— No, Axel, no; l’aria aperta potrebbe farti male.
— L’aria aperta?
— Sì, il vento soffia con una certa violenza, ed io non voglio che tu ti arrischi così.
— Ma vi assicuro che sto a meraviglia.
— Un po’ di pazienza, giovinotto mio. Una ricaduta ci metterebbe in imbarazzo e non bisogna già perder tempo poichè la traversata può esser lunga.
— La traversata?
— Sì; riposati ancora oggi, e c’imbarcheremo domani.
— Imbarcarci!»
Quest’ultima parola mi fe’ dare un balzo.
Come! imbarcarci! avevamo dunque un fiume, un lago, o un mare a nostra disposizione? Un bastimento era esso ancorato in qualche porto interno?
La mia curiosità fu sommamente eccitata. Mio zio cercò invano di trattenermi e quando vide che l’impazienza poteva farmi più male che la soddisfazione de’ miei desiderii, cedette.
Mi vestii in fretta; per soprappiù di precauzione mi ravvolsi in una coperta ed uscii dalla grotta.
XXX.
Da principio non vidi nulla; gli occhi disavvezzi alla luce si chiusero bruscamente. Quando potei riaprirli rimasi più stupefatto che meravigliato.
«Il mare! esclamai.
— Sì, rispose mio zio, il mare Lidenbrock, ed io credo che nessun navigatore mi disputerà l’onore d’averlo scoperto e il diritto di battezzarlo col mio nome!»
Un’ampia distesa d’acqua, il principio d’un lago o d’un