Pagina:Jules Verne - Viaggio al centro della Terra, Milano, Treves, 1874.djvu/151

Da Wikisource.

viaggio al centro della terra 143


«Al diavolo, diss’io dentro di me, codesto pensiero ch’egli ebbe di gettare lo scandaglio! Ha forse turbato qualche animale nel suo covo, e se non siamo assaliti per via!...» Getto uno sguardo sulle armi, e mi assicuro che sono in buono stato. Mio zio mi vede fare, e approva col gesto.

Di già larghe agitazioni prodotte alla superficie dei flutti indicano il turbamento degli strati lontani; il pericolo è vicino, conviene vegliare.

Martedì, 18 agosto. — Giunge la sera, o piuttosto il momento in cui il sonno pesa sulle nostre palpebre, poichè la notte manca in questo oceano, e l’implacabile luce affatica ostinatamente i nostri occhi, come se navigassimo sotto il sole dei mari artici. Hans è al timone, Durante il suo quarto io mi addormento. Due ore dopo sono ridestato da una scossa spaventevole. La zattera è stata sollevata fuor dei flutti con indescrivibile potenza e gettata a venti tese più oltre.

«Che cosa c’è? esclama mio zio; abbiamo urtato?»

Hans mostra col dito, a una distanza di dugento tese, una massa nerastra che si solleva di tanto in tanto. Guardo ed esclamo:

«È un porco-marino colossale!

— Sì, replica mio zio, ed ecco ora una lucertola di mare d’una grossezza poco comune.

— E più oltre un coccodrillo mostruoso! Osservate la sua larga mascella e la fila di denti di cui è armato; ma, egli sparisce!

— Una balena, una balena! esclama allora il professore; vedo le sue enormi pinne, osserva l’aria e l’acqua ch’essa spinge in alto dagli sfiatatoi.» Infatti due colonne liquide si elevano ad un’altezza considerevole sopra il livello del mare.

Rimaniamo sbigottiti, stupefatti, spaventati alla presenza di quel branco di mostri marini: essi hanno una dimensione soprannaturale, ed il più piccolo spezzerebbe la zattera con una dentata. Hans vuol mettere la barra al vento per fuggire il vicinato pericoloso; ma egli vede dall’altra parte altri nemici non meno spaventevoli; una tartaruga larga quaranta piedi e un serpente lungo trenta, che drizza la testa enorme sopra i flutti.

È impossibile fuggire; quei rettili s’accostano, girano intorno alla zattera con tal rapidità che convogli spinti a gran velocità non potrebbero eguagliare, e tracciano