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142 viaggio al centro della terra


Sì, sono proprio denti, la cui impronta s’è incavata nel metallo. Le mascelle che essi guerniscono devono possedere una forza prodigiosa. Che sia un mostro delle specie perdute, il quale sì agiti sotto il profondo strato delle acque, più vorace del pesce cane, più spaventevole della balena? Non posso staccare gli occhi dalla sbarra mezzo rosicchiata. Il mio sogno della notte passata sta forse per avverarsi.

Questi pensieri mi conturbano per tutto il giorno, la mia immaginazione si calma appena in un sonno di alcune ore.

Lunedì, 17 agosto. — Cerco di ricordarmi gli istinti proprii degli animali antidiluviani dell’epoca secondaria, i quali succedendo ai molluschi, ai crostacei ed ai pesci, precedettero l’apparizione dei mammiferi sulla terra. Il mondo apparteneva allora ai rettili, i quali regnavano da padroni nei mari giurassici1. La natura aveva loro accordato un organismo compiuto. Quale gigantesca struttura, qual forza prodigiosa! I più grossi e spaventevoli dei sauriani d’oggi, alligatori o coccodrilli, non sono che modelli impiccioliti dei loro padri delle prime età. Mi viene un brivido alla evocazione ch’io faccio di siffatti mostri; occhio umano non li vide mai vivi poichè apparvero sulla terra mille secoli prima dell’uomo, ma le loro ossa fossili, ritrovate in quel calcare argilloso che gli Inglesi chiamano lias, hanno permesso di ricostruirli anatomicamente e di conoscerne la colossale conformazione.

Ho visto al museo di Amburgo lo scheletro d’uno di codesti sauriani che misura trenta pedi di lunghezza. Dovrò io abitante della terra trovarmi faccia a faccia con tali rappresentanti d’una famiglia antidiluviana? No, è impossibile, Tuttavia il segno di denti poderosi è inciso sulla sbarra di ferro ed alla loro impronta riconosco che sono conici come quelli del coccodrillo.

I miei occhi si fissano con spavento sul mare. Temo di veder slanciarsi uno di questi abitanti delle caverne sottomarine.

Immagino che il professore Lidenbrock abbia le mie idee, se non i miei timori: poichè dopo aver esaminato il piccone, egli percorre l’oceano collo sguardo.

  1. Mari del periodo secondario, che hanno formato i terreni di cui si compongono le montagne del Giura.