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196 viaggio al centro della terra

vai. Da sei mesi era là nel suo cantuccio, ignara degli affanni di cui era cagione.

D’un tratto, qual fu il mio stupore! gettai un grido e il professore accorse, «Che c’è? domandò egli.

— Questa bussola!...

— Ebbene?

— Il suo ago indica il sud e non il nord.

— Che dici?

— Guardate! i poli sono mutati.

— Mutati!»

Mio zio guardò, confrontò e fe’ tremare la casa con un balzo superbo.

Qual luce rischiarava a un tempo il suo spirito e il mio!

«Cosicchè, esclamò egli quando potè parlare, dal nostro arrivo al capo Saknussemm, l’ago di questa dannata bussola marcava il sud invece del nord.

— Evidentemente.

— Ora il nostro errore si spiega: ma qual fenomeno ha potuto produrre tale rovesciamento dei poli?

— Nulla di più semplice.

— Spiegati, giovinotto mio, — Durante l’uragano, sul mare Lidenbrock, quella palla di fuoco che calamitava il ferro della zattera aveva semplicemente disorientato la bussola.

— Ah! esclamò il professore, scoppiando dalle risa, era dunque un tiro dell’elettricità!»

Da quel giorno in poi, mio zio fu il più felice degli scienziati, ed io il più felice degli uomini, poichè la mia bella Virlandese, abdicando al suo stato di pupilla, prese posto nella casa di Königstrasse, nella doppia qualità di nipote e di sposa. Inutile aggiungere che suo zio fu l’illustre professore Otto Lidenbrock, membro corrispondente di tutte le società scientifiche, geografiche e mineralogiche delle cinque parti del mondo.

fine.