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Pagina:Jules Verne - Viaggio al centro della Terra, Milano, Treves, 1874.djvu/203

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viaggio al centro della terra 195

nute dall’Islanda modificarono a poco a poco l’opinione pubblica, Allora mio zio divenne un grand’uomo, ed io il nipote d’un grand’uomo, ed è già qualche cosa. Amburgo diede una festa in onor nostro. Allo Johannaeum ebbe luogo un’adunanza pubblica, in cui il professore raccontò la sua spedizione, non ommettendo se non i fatti relativi alla bussola. Nel medesimo giorno egli depose negli archivi della città il documento di Saknussemm, ed espresse il suo vivo dispiacere pel fatto che, avvenimenti più forti della sua volontà, non gli avessero permesso di seguire fino al centro della Terra le traccie del viaggiatore islandese. Fu modesto nella gloria, e la sua riputazione crebbe, Tanto onore doveva necessariamente suscitargli intorno degli invidiosi. Egli ne ebbe, e siccome le sue teoriche, fondate sopra fatti certi, contraddicevano i sistemi della scienza sulla questione del fuoco centrale, dovette sostenere colla penna e colla parola discussioni importantissime cogli scienziati d’ogni paese.

Per parte mia, non posso ammettere la sua teorica del raffreddamento e, nonostante ciò che ho visto, credo e crederò sempre al calore centrale. Ma confesso che certe condizioni ancora mal definite possono modificare siffatta legge sotto l’azione di fenomeni naturali.

«Färval» ci disse un giorno Hans: e con questa semplice parola d’addio parti per Reykjawick dove giunse felicemente. Eravamo singolarmente affezionati al nostro cacciatore di eider. La sua assenza non lo farà giammai dimenticare da coloro a cui egli ha salvato la vita, E certo io non morrò senza averlo riveduto un’altra volta.

Per finire devo aggiungere che questo viaggio al centro della Terra fece grande impressione nel mondo. Fu stampato e tradotto in tutte le lingue.

Cosa rara! mio zio godeva vivente di tutta la gloria ch’egli aveva acquistata, tanto che il signor Barnum gli propose di metterlo in mostra negli Stati dell’Unione a prezzo elevatissimo.

Ma un pensiero o meglio un tormento si cacciava di mezzo a tanta gloria: un fatto rimaneva inesplicabile, quello della bussola; ora per uno scienziato, simile fenomeno misterioso è un supplizio dell’intelligenza. Ma il cielo serbava a mio zio una fortuna completa.

Un giorno, ponendo in ordine una collezione di minerali del suo gabinetto, vidi la famosa bussola e l’osser-