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194 viaggio al centro della terra

Un’ora dopo aver lasciato il bosco degli ulivi, arrivammo al porto di S. Vincenzo, dove Hans reclamò il prezzo della sua tredicesima settimana di servigio, che gli fu contato con calorose strette di mano.

In quel momento. s’egli non provò la commozione nostra, si lasciò per altro andare ad un movimento d’espansione straordinaria.

Coll’estremità delle dita, egli strinse leggermente le nostre due mani e sorrise.


XLV.

Ecco la conclusione d’un racconto al quale non vorranno credere le persone più avvezze a non meraviglia-re di nulla. Ma io sono corazzato in anticipazione contro l’incredulità umana.

Noi fummo ricevuti dai pescatori stromboliotti, coi riguardi dovuti a naufraghi. Essi ci diedero vesti e viveri.

Dopo quarantott’ore di aspettazione, il 31 agosto, una navicella ci portò a Messina, dove alcuni giorni di riposo bastarono a rimetterci di tutte le nostre fatiche.

Il venerdì 4 settembre, c’imbarcavamo a bordo del Volturno, uno dei vapori postali delle Messaggerie Imperiali di Francia, e tre giorni dopo approdavamo a Marsiglia, non avendo più se non un pensiero in mente, quello della nostra maledetta bussola. Questo fatto inesplicabile non mi dava requie. Il 9 settembre, alla sera, arrivammo ad Amburgo.

Quale fu lo stupore di Marta, quale la gioia di Graüben, io rinuncio a descriverle.

«Ora che tu sei un eroe, mi disse la mia diletta fidanzata, non avrai bisogno di lasciarmi, Axel.»

Io la guardava. Essa piangeva sorridendo.

Lascio pensare quale commozione producesse in Amburgo il ritorno del professore Lidenbrock. Per le indiscrezioni di Marta, la notizia della sua partenza pel centro della Terra si era sparsa nel mondo intero. Non vi si volle credere e rivedendolo non vi si credette meglio.

Tuttavia la presenza di Hans e varie informazioni ve-