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90 viaggio al centro della terra


— Voi avete ragione di far così ed io vi approverei se non avessimo a temere un pericolo vie più minaccioso.

— Quale?

— La mancanza d’acqua.

— Ebbene, ci metteremo a razione, Axel.»


XX.

Infatti, bisognò mettersi a razioni. La nostra provvigione non poteva durare più di tre giorni. Gli è ciò che io riconobbi alla sera durante il pasto e, disastrosa condizione, non avevamo alcuna speranza d’incontrare qualche sorgente viva in questi terreni dell’epoca di transizione.

Durante tutta la domane la galleria svolse innanzi a noi i suoi archi interminabili, Camminavamo quasi senza dir parola; il mutismo di Hans c’invadeva.

La strada non saliva, almeno in maniera sensibile; talvolta anzi pareva inchinarsi, ma questa lieve pendenza non doveva già rassicurare il professore, poichè la natura degli strati non si modificava e il periodo di transizione si affermava sempre più.

La luce elettrica faceva scintillare splendidamente gli schisti, i calcari e le vecchie pietre arenarie rosse delle pareti. Pareva d’essere in un canale aperto nel mezzo del Devonshire che diede il suo nome a questo genere di terreni. Magnifici marmi rivestivano le muraglie, gli uni d’un grigio-agata venati capricciosamente di bianco, altri di colore incarnato o d’un giallo macchiato di rosso; più oltre erano campioni di nischio, dalle tinte cupe, nei quali il calcare spiccava con vivi colori.

La maggior parte di questi marmi avevano impronte d’animali primitivi. Dalla «vigilia» la creazione aveva fatto un progresso evidente; invece dei trilobiti rudimentali, io vedeva gli avanzi di un ordine più perfetto; fra gli altri i pesci ganoidi e quei sauropteridi nei quali l’occhio del paleontologo seppe scoprire le prime forme del rettile. I mari devoniani erano abitati da gran numero d’animali di questa specie e li deponevano a migliaia sopra le roccie nuovamente formate.

Appariva mano mano evidente che noi risalivamo la