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viaggio al centro della terra 91

scala della vita animale di cui l’uomo occupa la sommità. Ma il professore Lidenbrock non pareva porvi mente.

Egli aspettava due cose: o che un pozzo verticale venisse ad aprirsi sotto i suoi piedi e gli permettesse di ricominciare la discesa, o che un ostacolo gl’impedisse di continuare quella strada. Ma venne la sera senza che alcuna di tali speranze si fosse avverata.

Il venerdì, dopo una notte durante la quale incominciai a sentire i tormenti della sete, la nostra piccola comitiva si internò di nuovo nelle giravolte della galleria.

Dopo dieci di ore di viaggio, notai che la riflessione della lampada sulle pareti diminuiva singolarmente. Il marmo, lo schisto, il calcare e il gres delle muraglia cedevano ad un intonaco cupo e senza splendore. A un certo punto che il tunnel divenne strettissimo, m’appoggiai sulla parete sinistra e nel ritrarne la mano vidi che era interamente nera. Guardai più davvicino e conobbi che eravamo in pieno terreno carbonifero.

«Una miniera di carbone! sclamai.

— Una miniera senza minatori! rispose mio zio.

— Eh! chi sa?

— Io lo so, replicò il professore in tono reciso; io sono certo che questa galleria aperta attraverso gli strati di carbon fossile, non fu fatta dalle mani dell’uomo. Ma sia o no opera della natura, ciò importa assai poco. È l’ora della cena; ceniamo.»

Hans presentò alcuni alimenti; io mangiai appena e bevvi le poche goccie d’acqua che formavano la mia razione. La fiaschetta della guida a mezzo piena, era tutto ciò che ne rimaneva per dissetare tre uomini.

Dopo il pasto i miei due compagni si stesero sulle coperte e trovarono nel sonno un rimedio alle loro fatiche; io solo non potei dormire e contai le ore fino al mattino.

Il sabato alle sei si ripartì. Venti minuti dopo arrivammo ad una vasta cava; allora conobbi che la mano dell’uomo non poteva aver scavato questa miniera; le vôlte sarebbero state puntellate; esse non reggevano in fatti se non per un miracolo di equilibrio.

Questa specie di caverna era larga cento piedi e alta cinquanta. Il terreno era stato violentemente aperto da una commozione sotterreanea, e la massa terrestre, cedendo a qualche spinta poderosa, aveva lasciato quel largo vuoto in cui gli abitanti della terra penetravano per la prima volta.