Pagina:Kant - Considerazioni sul sentimento del sublime e del bello, Napoli, 1826.djvu/51

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50 delle disposizioni personali.


Assai sovente commettesi il torto (ed è quasi sempre reciproco) d’accusare altrui di non mostrarsi molto sensibile al merito che ci commove od alla bellezza che c’incanta, senza pensare che una tal differenza nelle osservazioni meno dipende dall’intelligenza con cui da noi si procede ai nostri esami, che dall’interna disposizione onde le nostre percezioni hanno a sentir l’influenza. Ciò nullameno le facoltà dell’anima hanno una tal connessione tra loro, che può ben giudicarsi della capacità dei talenti dal modo onde manifestasi il sentimento; giacchè è indarno che i doni dell’intendimento sarebbero stati prodigati all’uomo, presso cui non esisterebbe una forza irresistibile d’impulso verso ciò che, essendo veramente Nobile e Bello, può dar solo un degno esercizio a quelle facoltà1.

Si è sventuratamente convenuto di chiamar Utile ciò solo che soddisfa a grossolani bisogni, ciò che assicura per noi un superfluo di mezzi di alimento, o ciò che, dopo aver per noi

  1. Ecco perchè certa dilicatezza di sentimento fu sempre riguardata qual merito. Che un uomo dopo abbandonevol desinare, possa dormire di un sonno profondo, altri si guarderà di sapergliene grado, e si limiterà solo a riconoscere nella sua robusta costituzione grande energia digestiva. Che un altro per converso tolga alle ore del suo pranzo un tempo consacrato a sentire dolce melodia, od a scorrere un museo ricco e di quadri e di statue; ch’ei si limita a cercare semplice distrazione in una piacevole lettura, non avesse pure sotto i suoi occhi che poetiche bagattelle, sarà riguardato per uomo più dilicato del precedente, e, senza fallo, si formerà di esso un assai più favorevole opinione.