Pagina:Kant - Considerazioni sul sentimento del sublime e del bello, Napoli, 1826.djvu/88

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gerle verso le più grandi azioni, per poco che si prende cura d’incoraggiare questa tendenza naturale del carattere nazionale; sotto questo rapporto è forse a dispiacersi che i gigli non filano1.

Il difetto cui lo spirito di un tal popolo và più soggetto, è la frivolezza, o per esprimerci con maggiore indulgenaa, la leggierezza. Accadrà lo stesso d’ogni paese, in cui le più gravi cose saranno volte in burla ed ove gravemente si occuperanno tutti di bagattelle2. Sotto quei ca-

  1. Allusione a quel disposto della legge salica che non permette coronar le donne della casa regnante di Francia.
  2. Tal tinta del nostro carattere, osservata da Kant, da giorno in giorno cancellasi, ma lasciasi ancora tuttavolta scorgersi assai. Per vero che gl’interessi ventilati oggigiorno nella nazione francese sono di alta importanza, ed io non vi scorgo lo più più piccolo dettato per ridere. Un giornale disteso da uomini di lettere di assai spirito, e che, in profonda materia, quasi tutti han mostrato talento, ci apportò male e continua a farcene. Io confesso che non saprei essere senza timori per una nazione che soffre d’essere così distratta, in ogni nuovo apparire del giorno, dal suo dolore; che, offesa in ciò ch’essa ha di più prezioso, non và a riposarsi in collera, e non risvegliasi irritata. Sarei dispiaciuto di non andar a grado d’uomini che hanno tutta la mia stima, perchè io consacro il lor patriottismo; ma dovess’io pur passare per scrittore di paradossi, io credo che mal s’appongono sull’effetto della loro mordente gaiezza. Avrebbe questa potuto menarci al conseguimento del nostro scopo nell’antica monarchia, in cui ogni individuo colpito dal ridicolo dai suoi avversarii, spirava sotto il colpo nel suo proprio partito. Ne’ presenti tempi, non n’è nulla. Gli uomini co’ quali altri ha che fare, hanno da lungo tempo saltato per di sopra al ridicolo. (Keratry)