Pagina:Kant - Critica della ragion pura, vol. I, 1949, trad. Gentile-Lombardo.djvu/28

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6 prefazione alla prima edizione

porta a disprezzarla, e la matrona si lamenta, respinta ed abbandonata come Ecuba: modo maxima rerum, tot generis natisque potens — nunc trahor exul, inops.Ovid., Metam.1.

A principio, la sua dominazione, sotto il governo dei dommatici, era dispotica. Ma, poichè la legislazione serbava ancora traccia dell’antica barbarie, a poco a poco degenerò per guerre intestine in una completa anarchia; e gli scettici, sorta di nomadi, nemici giurati d’ogni stabile cultura della terra, rompevano di tempo in tempo la concordia sociale. Tuttavia, poichè fortunatamente erano in pochi, non potevano impedire che quelli, sempre di nuovo, sebbene senza un concorde disegno, cercassero di ricomporla. Nell’età moderna in verità, parve che tutte queste lotte dovessero aver fine per mezzo di una certa fisiologia dell’intelletto umano (per opera del celebre Locke), e che dovesse esser pienamente risoluta la questione della legittimità di quelle pretese. Ma avvenne che, sebbene l’origine della presunta regina si facesse derivare dalla plebaglia della comune esperienza, e perciò a buon diritto si dovesse aver per sospetta la sua arroganza, poichè nel fatto questa genealogia falsamente le venne attribuita, essa ha continuato sempre a mantenere le sue pretese; e così si è ricaduti nel vecchio e tarlato dommatismo, e quindi nel discredito, dal quale si era voluto salvare la scienza. Ormai, dopo aver inutilmente tentato (se n’è convinti) tutte le vie, impera sovrano il fastidio ed un totale indifferentismo, padre del caos e della notte delle scienze, ma ad un tempo origine o almeno preludio di prossimo rinnovamento e rischiaramento, ancorchè da uno zelo male impiegato esse sieno state rese oscure, confuse e inservibili.

Giacchè invano si vuol affettare indifferenza riguardo a ricerche siffatte, il cui oggetto non può mai essere indifferente per la natura umana. Perciò anche i sedicenti indifferenti, sebbene s’ingegnino di mascherarsi can-



  1. Lib. XIII, vv. 508-510