Pagina:Kirchberger - Teoria della relatività, 1923.djvu/111

Da Wikisource.
108 LA RELATIVITÀ GENERALE

zione nella stessa maniera che dal movimento accelerato equivalente.”

L’importanza di questa concezione deriva dal fatto ch’essa offre la possibilità di una verifica sperimentale immediata. È sufficiente far passare un raggio luminoso in un campo di gravitazione e vedere se vi si incurva. Ma bisogna ben persuadersi che non si devono aspettare effetti rilevanti; al contrario la curvatura, cosí ottenuta, e la deviazione in rapporto alla prima direzione non possono raggiungere, in qualsiasi circostanza, che dei valori molto deboli. Non lesiniamo, ed immaginiamo una cassa di 300.000 chilometri, in modo che la luce impieghi esattamente un secondo per attraversarla. Paragonata alle dimensioni dell’universo, sarebbe sempre una ben piccola cosa; dalle stelle fisse, anche le piú vicine, non si potrebbe vedere il nostro apparecchio, anche fosse di una bianchezza abbagliante. Di piú supponiamo che su di essa agisca una forza tanto colossale da farle raggiungere in un solo secondo, dallo stato di quiete, la velocità della terra, cioè 30 chilometri. Ben inteso questa velocità aumenterebbe di altrettanto ogni secondo. In queste condizioni il raggio luminoso avrebbe alla sua entrata nella cabina un’aberrazione nulla; alla sua uscita avrebbe raggiunto il valore che corrisponde alla velocità della terra e che abbiamo indicato a pag. 79 cioè 1/3 di minuto, il 1/100 del diametro apparente della luna o del sole.

Che ne è esattamente nella realtà? Si vedrà che anche questo angolo di deviazione non si può raggiungere cosí presto, e purtuttavia tale angolo