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Pagina:Kirchberger - Teoria della relatività, 1923.djvu/143

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140 LA RELATIVITÀ GENERALE

mondo è infinito. A ciò si può rispondere: il punto di vista è matematicamente inconfutabile nessuno dubita dell’assenza di contraddizione geometrica nello spazio euclideo: la sola questione è di sapere se conviene fisicamente. Se, per esempio, le linee secondo le quali noi collochiamo i nostri regoli non fossero né quelle che segue la luce, né quelle che percorre un corpo abbandonato a se stesso, noi saremmo meravigliati e ci domanderemmo a qual diritto noi continueremmo a chiamarle rette e se non fosse piú da savi cambiare la geometria piuttosto che capovolgere la fisica intera.

Aggiungiamo ancora questo: il mondo non è continuo. Mostra al contrario dei corpi enormi e degli atomi infinitesimali. Supponiamo che il nostro osservatore euclideo sia stato inviato a misurarlo. Egli a tutta prima percorre i dintorni del sistema solare, qualche centinaio d’anni luce, per esempio. Egli determina in questa occasione una grandezza media delle stelle, poi si sposta in una direzione qualsiasi nell’universo. Se, continuando la sua corsa, astrazion fatta delle particolarità individuali, egli trova che in media le stelle s’ingrandiscono a mano a mano, il nostro uomo si dirà: “Qui c’è qualche cosa che non va piú. Perché mai nell’universo intero è proprio il mio punto di partenza che possiede questa bizzarra proprietà: i corpi celesti considerati a partire da questo posto pare s’ingrandiscano a misura che si allontanano. Ciò dipende certamente dal mio regolo; è chiaro ch’esso deve diminuire e crearmi la illusione di un ingrandimento crescente delle